In un unico volume, le quattro «invenzioni» di Tabucchi che costituiscono il centro, il cuore della sua produzione letteraria, le opere che meglio esprimono l’adesione ai temi che rimandano alla sua fondamentale «lettura» di Fernando Pessoa e della «portoghesità»: Donna di Porto Pim, Notturno indiano, I volatili del Beato Angelico, Sogni di sogni.
«Donna di Porto Pim è un libro che si compone di frammenti: per lo più di storie e vite “intercettate” per caso, racconti di racconti, con un gusto estremo per il particolare, per la frase captata al volo. Un narratore esterno alla vicenda osserva e descrive i personaggi, ma agisce, a specchio, un narratore personaggio (Marcel). Si profila una storia passata, una allusione che fa riemergere giorni e persone ancorate a quel passato. Nello stesso tempo, in primo piano, il racconto arriva a lambire altri possibili personaggi che potrebbero essere coinvolti nella storia, ma che invece vengono lasciati lì. Ho parlato di racconto senza fondo, per lo spessore della storia e le allusioni ad un passato accennato ma mai definito. Si potrebbe anche parlare di un racconto infinito».
«Notturno indiano è un libro breve, intenso e misterioso. Sembra scritto per inquietudine, nel senso che l’inquietudine dell’autore lo genera e il libro stesso genera nel lettore inquietudine. Il protagonista, un italiano alter-ego dell’autore, muove alla ricerca di un amico portoghese. “Un portoghese che si è perduto in India”».
«Ne I volatili del Beato Angelico notiamo la forte presenza del gioco temporale che mescolando qui passato e futuro crea una realtà ucronica, abilmente orchestrata dallo scrittore che in seguito continuerà a interrogarsi sul tempo che invecchia in fretta o stringe riempiendo il cuore di nostalgia-saudade».
«La sfida di Sogni di sogni consiste proprio nell’aver scelto una serie di personaggi illustri per sognare, per così dire, in supplenza. Che cosa sognarono Cecco Angiolieri e François Villon, Giacomo Leopardi e Carlo Collodi? Ma soprattutto che cosa sognò Freud, l’uomo che maggiormente si occupò dei sogni degli altri? In Sogni di sogni, opera eminentemente notturna, immaginata nel dormiveglia, che è, secondo Montale, il momento migliore per scrivere poesie, Tabucchi ricava lo spazio per racconti brevi e fantastici, con improvvisi cambi di scena come è tipico, appunto, dei sogni. Inevitabilmente la storia vera dei personaggi prescelti (sono venti) fa da guida al falsario dei sogni».
«Costantemente in bilico tra la realtà e il suo doppio letterario, Tabucchi ne ricava tutta l’ebbrezza possibile, ma anche un senso di vuoto e di suprema malinconia. Scrivere, immaginare, sognare vuol anche dire soffrire, spezzarsi, essere costantemente se stesso e altro da sé. Leggere Tabucchi è un po’ condividere la stessa sorte e lo stesso spleen» (Paolo Mauri).
2013
Fuori collana n. 25
288 pagine
EAN 9788838928178
Fuori catalogo
Antonio Tabucchi (Pisa, 1943-Lisbo-na, 2012) ha tradotto e curato l’edizione italiana dell’opera di Fernando Pessoa, sul quale ha scritto numerosi saggi. Fra i suoi libri: Piazza d’Italia (1975, 1993), Il piccolo naviglio (1978), Il gioco del rovescio (1981, 1989), Piccoli equivoci senza importanza (1984), Requiem (scritto in portoghese, 1992), Sostiene Pereira (1994), La testa perduta di Damasceno Monteiro (1997), Si sta facendo sempre più tardi (2001), Tristano muore (2004), Il tempo invecchia in fretta (2009), Viaggi e altri viaggi (2010). Questa casa editrice ha pubblicato Donna di Porto Pim (1983, 2022), Notturno indiano (1984, 2022), I volatili del Beato Angelico (1987), Sogni di sogni (1992), Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa (1994), La gastrite di Platone (1998), Racconti con figure (2012), L’automobile, la nostalgia e l’infinito (2015). Ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.
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