Il racconto di Cloe è la storia di una donna lucidamente soggiogatasi a un indegno amante, che si dedica all'educazione di una giovane nobildonna. Vissuto in età vittoriana Meredith è un «antivittoriano», è un non realista, un antiromantico, e soprattutto nemico del sentimentalismo.
Come tutti gli scrittori molto esposti sul piano delle idee (ne aveva molte e le bandiva volentieri; alcune molto insistenti, come la necessità dell'emancipazione femminile) Meredith ha raccolto i giudizi più diversi sulla sua opera. Gide, per esempio, letto un suo romanzo dichiarava di non essersi mai annoiato tanto; ma Freud considerava Meredith «il più grande romanziere inglese» (anche perché quest'ultimo aveva anticipato in forma narrativa alcune delle tesi dello psicanalista). Ed entrambi i giudizi possono affondare nella stessa realtà: vissuto in età vittoriana Meredith è un «antivittoriano», è un non realista, un antiromantico, e soprattutto nemico del sentimentalismo. Anzi, Meredith usa spesso vicende romantiche e sentimentali per polverizzarle in elementi eterogenei, a mostrare come le ragioni del cuore sono tutt'altro che le ragioni vere. Così è nel Racconto di Cloe: storia di una donna lucidamente soggiogatasi a un indegno amante, che si dedica all'educazione di una giovane nobildonna. Ma è un'educazione, dall'esito tragico ed enigmatico, antisentimentale, un'educazione non-amore.
1 Gennaio 1995
La memoria n. 334
148 pagine
EAN 9788838911187
George Meredith (Portsmouth, Hampshire 1828-Box Hill, Surrey 1909), fu romanziere e poeta inglese. Tra le sue opere: La prova di Richard Feverel (1859), L'idea di commedia (1877), L'egoista (1879), Poesie liriche della gioia della terra (1883). Questa casa editrice ha pubblicato La vicenda del generale Ople e di Lady Camper (1983).
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