Relazione sulle antichità degli indiani

Relazione sulle antichità degli indiani

Lingua originale: spagnolo
Titolo originale: Relación acerca de las antigüedades de los indios
A cura di Angelo Morino

Cronologicamente, il lavoro di Pané segue un episodio cruento di ribellione degli indigeni alle troppe vessazioni, il quale dovette spingere Colombo a ricredersi sul modello di indiano che sino a quel momento aveva coltivato e divulgato: un uomo nudo di costumi e di credenze, come una pagina bianca su cui l'Europa potesse incidere liberamente il proprio verbo.

La Relación acerca de las antigüedades de los indios fu completata, da fra' Ramón Pané, «povero eremita dell'ordine di San Gerolamo», su incarico dell'ammiraglio Cristoforo Colombo, nel 1498. È dunque il primo testo redatto in America, ed è il primo che cerchi di fare riassunto, se non indagine, della cultura degli indiani, loro credenze e riti. Cronologicamente, il lavoro di Pané segue un episodio cruento di ribellione degli indigeni alle troppe vessazioni, il quale dovette spingere Colombo a ricredersi sul modello di indiano che sino a quel momento aveva coltivato e divulgato: un uomo nudo di costumi e di credenze, come una pagina bianca su cui l'Europa potesse incidere liberamente il proprio verbo. Sicché, come osserva nella sua Nota al volume Angelo Morino, la Relazione deve essere letta anche come il sintomo del primo nascere di una strategia verso i diversi: «meglio conoscerli, per meglio dominarli». Ma Pané, di fronte allo spettacolo, che per un uomo del tempo doveva essere grandioso, di una cultura meravigliosamente diversa, non sembra mostrare incanto né stupore. E all'incantato lettore d'oggi resta da chiedersi quale astuzia della storia, o quale eterogenesi dei fini, abbia affidato a mani tanto rozze il passaggio dalla vecchia età alla nuova.

1 Gennaio 1992

La memoria n. 247

100 pagine

EAN 9788838907869

Non disponibile

Autore

Consegnata a Cristoforo Colombo tra il 1498 e il 1500, e da questi portata in Spagna, l'opera di Pané è andata poi perduta nell'originale, ma conservata in estratti, rifacimenti e traduzioni. Sulla base dei quali è stato possibile a José Juan Arrom ricostruirne criticamente il testo nel 1974. Sul testo ricomposto da Arrom, senza trascurare le altre fonti, è condotta la presente versione in italiano di Angelo Morino.

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