La repubblica luminosa

La repubblica luminosa

Lingua originale: latino
Titolo originale: De republica, liber secundus
A cura di Federico D’Ippolito
Nota di Luciano Canfora

In un'opera tra favola e storia Cicerone approfondisce la tematica politica, tracciando lo sviluppo della costituzione romana fino alle dodici tavole.

Che la storia della repubblica romana si presti, più di altre, a quel genere di riflessioni che Sainte-Beuve definiva «histoire philosophique» e Saint-Évremond «critique du sens», è provato dalla costanza con cui i moderni filosofi della politica, da Machiavelli a Montesquieu, ne hanno tratto alimento. È quasi un paradosso però, che tale moderna riflessione sia sorta indipendentemente dal testo, rimasto per secoli ignoto, che, pure, potrebb'esserne definito l'archetipo: il trattato di Cicerone, De republica, scritto ormai quando la città-Stato si disfaceva sotto la mole del suo proprio impero, e restituito ai moderni dal cardinale Mai soltanto nel 1819. Il secondo libro di quel trattato, che spiega lo sviluppo della costituzione romana fino alle dodici tavole, è tutto rivolto a mostrare come la «feccia di Romolo» - secondo la colorita espressione vichiana - fosse assurta, nel momento suo più felice alle altezze della «repubblica di Platone». Ma è anche percorso dalla consapevolezza che non vi è destrezza di ordinatore che renda durevole qualsivoglia costituzione: «perché - come sapeva il Machiavelli - nessun rimedio può farvi a fare che non sdruccioli nel suo contrario».

1986

La memoria n. 139

100 pagine

EAN 9788838903731

Non disponibile

Autore

Di Cicerone questa casa editrice ha pubblicato Lo stato. Libro secondo (1992) e Il Sogno di Scipione (2008).

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