«Ciò che vive costantemente nei miei pensieri e nei miei sentimenti»: lungo lo scorrere del secolo la memoria del maestro di molti dei grandi interpreti della musica del Novecento.
Amico di Rubinstein e di Pasternak, Heinrich Neuhaus è uno dei «viaggiatori del secolo». Musicista, pianista celebre costretto a diradare e poi interrompere le esecuzioni pubbliche a causa di una malattia, tanto popolare nella sua patria russa da venir fermato per strada, è stato per oltre quarant'anni il maestro dei più grandi interpreti usciti dal Conservatorio di Mosca: Richter, Radu Lupu, Emil Gilels, tra gli innumerevoli altri; tutti studiarono con lui e alla sua amicizia e alla sua autorevolezza critica restarono legati. Scrisse un'opera, L'arte del pianoforte che è uno dei punti di riferimento definitivi della disciplina dello strumento. Riflessioni, Memorie, Diari raccoglie la testimonianza della sua esperienza di uomo e artista. Sono testi, per così dire intimi - compresi quelli che egli sottoponeva ad autocensura per sfuggire al sospetto della burocrazia sovietica -, una vita spirituale eccezionale come scrutata dall'interno: qualcosa di più straordinario che ricordi autobiografici. Neuhaus preferì il termine autopsicografia: «Ciò che vive costantemente nei miei pensieri e nei miei sentimenti»: e su di essi, ottant'anni di vita da protagonista della musica incidono le loro immagini. Dalle speranze, gli sconforti, i furori giovanili di studente di Firenze e Berlino; agli incontri, gli aneddoti, gli attriti dell'ambiente dei grandi; al lavoro di formazione dei giovani talenti; e poi i giudizi sui grandi compositori e interpreti che conobbe e seguì, o che studiò da pianista. E le ripercussioni, sulla vita di un artista, dei rivolgimenti e drammi politici del Novecento - e, per un periodo oscuro nello stalinismo, delle persecuzioni. E su tutto, oggetto di interminabile analisi e autoanalisi, il dramma - di passioni sentimenti e intelletto - dell'incontro tra l'interprete e il testo musicale.
1 Gennaio 2002
La nuova diagonale n. 41
420 pagine
EAN 9788838917424
Non disponibile
Heinrich Neuhaus (Genrich Gustavovič Nejgauz, 12.4.1888 - 10.10.1964) è nato a Elisavetgrad (oggi Kropivnizkij, Ucraina) in una famiglia di insegnanti di pianoforte di origine tedesca e polacca. Dal 1922 fino alla morte ha insegnato al Conservatorio di Mosca, creando una propria scuola che ha prodotto centinaia di pianisti, interpreti e didatti che hanno ereditato dal loro Maestro la sua vasta cultura europea, lo spirito di libera creatività ed un altissimo livello professionale artistico, non solo dal punto di vista virtuosistico ma anche espressivo. Di Neuhaus questa casa editrice ha pubblicato Riflessioni, memorie, diari (2002) e L'arte del pianoforte (2017).
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