Roma ore 11

Roma ore 11

Nota di Antonio Ghirelli e Carlo Lizzani
Prefazione di Giuseppe De Santis

«Pedinamento», lo chiamava Zavattini: la raccolta dei dati di realtà, per il soggetto di un film neorealista. Quello del giovane Petri (futuro regista da Oscar) su un fatto di cronaca triste della Roma del 1951, era così perfetto che i suoi amici ne consigliarono il romanzo.

Lunedì 15 gennaio 1951, in via Savoia a Roma, un crollo pauroso travolse, ferendo e uccidendo, ottanta ragazzine. La scala della palazzina dove si tenevano i colloqui di lavoro per un posto pagato poche lire di segretaria dattilografa, non aveva sopportato il peso delle duecento candidate convenute. «Il crollo di via Savoia - disse il regista De Santis - era un dito puntato sulla piaga della disoccupazione». E difatti, poco tempo dopo, De Santis e il suo gruppo di cineasti del neorealismo decisero di farne il film che sarebbe andato sugli schermi col titolo di «Roma ore 11». Il «pedinamento», la raccolta cioè, nel linguaggio di Zavattini, dei dati di realtà da cui scrivere il soggetto, fu affidata a un giovanissimo giornalista alle prime armi e appassionato di cinema. Elio Petri. Petri il futuro regista dell'«Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto» (vincitore di un Oscar) e di «Todo modo» si mise al lavoro con un rigore di cronaca ma insieme con il gusto narrativo del futuro maestro del cinema: e fu notato (tanto che la sua «inchiesta» nel 1956 divenne un libro: questo libro che ripubblichiamo). Ragazza per ragazza rintracciò le loro storie, delle loro famiglie, gli ambienti; registrò i gusti, le abitudini, i tic, le espressioni dei volti e gli atteggiamenti, le pose e lo stile dell'abbigliamento; sondò i sogni e le attese; decifrò l'idea di giustizia e di ingiustizia; ricostruì l'immagine del mondo. Scavandone, espressivamente, le psicologie. E più di un'inchiesta, più di un documento obiettivo, l'indagine di Petri raffigura dell'Italia di allora, della Roma popolana, del popolo degli anni Cinquanta, la sostanza. Non solo la miseria, la disperazione, la subita prepotenza quotidiana economica e sessuale, ma soprattutto la forza del desiderio, che il narratore intuisce o che, senza forse saperlo, raffigura: perfetta prefigurazione delle forze sotterranee che presto plasmeranno il paese del Miracolo economico e degli anni Sessanta, quando ancora quelle ragazze saranno delle giovani. Una forza del desiderio che, trasferita al cinema, costò al film il boicottaggio e la censura.

2004

La memoria n. 596

208 pagine

EAN 9788838919275

Non disponibile

Autore

Elio Petri (Roma, 1929-1982), regista e sceneggiatore cinematografico. Tra i suoi film: «L'assassino» (1961), «A ciascuno il suo» (1967), «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto» (1969), «La classe operaia va in paradiso» (1971) Palma d'oro al Festival di Cannes), «La proprietà non è più un furto» (1973), «Todo modo» (1976).

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