Le rose del ventennio

Le rose del ventennio

Nota di Beppe Benvenuto

«Nelle sue pagine Fusco scavava sempre un ritratto, un carattere, una figurina che costituisce il micidiale esemplare dei tempi». Nelle Rose del ventennio i micidiali esemplari sono del tempo del fascismo, figurine che scorrono a fare una specie di storia intima del regime di antologica efficacia.

Uno strano destino - ma non insolito in un paese di poca memoria come Sciascia diceva essere il nostro -, coinvolge la fortuna letteraria di Gian Carlo Fusco. Scrittore apprezzato dai molti che l'abbiano letto, giornalista di memorabili cronache, fu un personaggio dalla vita di avventure e favolosa che importava nella Roma intellettuale e mondana degli anni del dopoguerra e della dolce vita modelli esistenziali alla Gabin, alla Genet, alla Prévert. Il suo nome non compare nelle enciclopedie e nelle storie della letteratura. Eppure, tre dei suoi libri almeno, Duri a Marsiglia, Guerra d'Albania, e questo Le rose del ventennio (pubblicato per la prima volta alla fine degli anni Cinquanta), sono di quelli dotati del potere di incidere, con l'efficacia del proverbiale, ricordi deliziosi e deliziati, che la vita quotidiana risuscita di continuo nonostante il passare del tempo e per quanti cambiamenti trascorrano negli ambienti e nella storia. Simile in questo destino e in questa facoltà rievocativa ad un altro importante personaggio della satira del costume, il disegnatore Novello che usava la vignetta come Fusco usa la parola, a lasciare emergere, senza eccessi e senza declamazioni, quanto di universalmente comico vi era nell'italietta degli anni e dei miti intorno al fascismo. «Nelle sue pagine - ricordava Giovanni Arpino - Fusco scavava sempre un ritratto, un carattere, una figurina che costituisce il micidiale esemplare dei tempi». Nelle Rose del ventennio i micidiali esemplari sono del tempo del fascismo - indimenticabili il Mussolini che sfoglia e maltratta con le labbra le rose con cui le dirigenti dei Fasci femminili gli presentano omaggio, l'ingrassato di anni e di parole D'Annunzio al Vittoriale, il povero Aimone di Savoia re di Croazia -, figurine che scorrono a fare una specie di storia intima del regime di antologica efficacia.

1 Gennaio 2000

La memoria n. 466

164 pagine

EAN 9788838915840

Formato e-book: epub

Protezione e-book: acs4

Autore

Gian Carlo Fusco (La Spezia, 1915-Roma, 1984), scrittore e giornalista (al «Mondo», «Europeo», «Giorno», «Cronache»), durante la sua vita ha praticato mestieri di ogni tipo, alcuni forse immaginari (dal boy al boxeur, al duro, all'attore cinematografico). Ha scritto tra l'altro, Duri a Marsiglia e una rievocazione del mondo delle case chiuse, Quando l'Italia tollerava (ripubblicato nel 1995). Questa casa editrice ha pubblicato Le rose del ventennio (2000), Guerra d'Albania (2001), L'Italia al dente (2002), Gli indesiderabili (2003), La lunga marcia (2004), A Roma con Bubù (2005), Mussolini e le donne (2006) e Papa Giovanni (2006).

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