Rosso taranta

Rosso taranta

Un professore universitario intraprende un viaggio nel Salento, la terra delle «tarantate», donne morse dalla tarantola che una volta l'anno si liberano in una danza frenetica di giorni. Una narrazione autobiografica che attinge  ancora al tema del viaggio, nel Sud,  ma  anche  dentro di sé e nella storia di oggi e di ieri del nostro paese.

La terra del rimorso. Poco meno di cinquant’anni fa – anche se sembrano passati secoli – un’inchiesta antropologica, diventata un celebre libro di etnologia che ha poi segnato una svolta nel modo del nostro paese di guardare al suo inconscio, svelò l’esistenza di un mondo magico, uno dei tanti dell’Italia profonda ma particolarmente impressionante e strutturato: il tarantolismo. Donne morse dalla tarantola che una volta l’anno, in occasione della festa patronale di San Pietro e Paolo, si liberavano in una danza frenetica di giorni, finché la voce del santo non sussurrava al loro orecchio la grazia ricevuta e le scioglieva dal veneficio. Era un rito collettivo, a suo modo pietoso, che una comunità aveva di riassorbire la colpa reintegrandola, di superare, collettivizzandolo, il rimorso. Seguendo le orme della vecchia spedizione antropologica, questo romanzo ritmato su un tempo doppio soggettivo e oggettivo insieme, è un ritorno nella terra del rimorso, il Salento, e nel paese delle tarante, Galatina. Negli stessi giorni e leggendo il resoconto del primo viaggio come «una favola dai toni cupi», come una mappa all’attesa del prodigio. Ed essa svela ancora all’occhio del viaggiatore che annota il suo scivolare sui corpi e sugli oggetti, sui luoghi e sulle ombre che questi proiettano sul passato, se non altro, verità che riguardano lui stesso. E può guidare ancora a immedesimazioni capaci di intuire verità inevitabilmente celate all’inchiesta di allora o impossibili a dirsi. Non c’è più il tarantolismo, ma uno sguardo del tutto nuovo e diverso aiuta nel viaggio di oggi a comprenderlo, anche a riviverlo, forse, dall’interno, perché «l’omosessualità è un certo modo di guardare e di scegliere tra quello che si offre allo sguardo».

1 Gennaio 2006

La memoria n. 701

192 pagine

EAN 9788838921629

Formato e-book: epub

Protezione e-book: acs4

Autore

Angelo Morino, noto ispanista e contemporaneista, professore universitario, traduttore dei grandi narratori latinoamericani, quali Gabriel García Márquez, Mario Vargas Llosa, Osvaldo Soriano, Marco Denevi, Manuel Puig, scrittore di testi di narrativa e saggi critici, è morto nel 2007 a cinquantasette anni. Con questa casa editrice aveva svolto una lunga e amichevole, preziosa collaborazione, non solo da curatore ma anche suggerendo e indicando un numero considerevole di testi da pubblicare che spesso esulavano dalle letterature di cui era specialista. Altri suoi libri nel catalogo Sellerio, La donna marina (1984), Cose d'America (1995), Nome e cognome di donna. Assunta Spina (1996), Marta Riquelme ovvero Non toccare la donna bianca (1996), Il cinese e Marguerite (1997), Il libro di cucina di Juana Inés de la Cruz (1999), In viaggio con Junior (2002), Rosso taranta (2006) e Quando internet non c'era (2009).

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