I rapporti di laboratorio della secentesca Accademia del Cimento, prototipo della odierna divulgazione. Magalotti invitava al piacere della scienza, e facendolo temprava una lingua nuova: l'italiano.
I Saggi di naturali esperienze sono considerati il primo libro di fisica sperimentale e pratica, e a riconoscerlo, basta la deliziosa Descrizione che apre i diversi resoconti: al lettore si presenta il laboratorio - ad affermare, diremmo oggi, il carattere pubblico e ripetibile della ricerca - e lo si introduce nei segreti degli strumenti. Ma il saggio è anche altre cose. Magalotti, romano adottato da Firenze, letterato prestato alla scienza come segretario dell'Accademia del Cimento in cui si continuava la lezione galileiana, si impegna nella invenzione di una lingua: e dal suo stile brioso, plasticamente si mostra il forgiarsi nel toscano di un italiano elegante e moderno. E le sue pagine, scritte da chi come lui sempre fu sospeso tra il Barocco e l'epoca nuova, sembrano il traghetto che porta l'uomo del Seicento - la cui enfasi suona ancora nella prosa del Proemio - dentro il secolo dell'ingegno e della leggerezza, il Settecento divulgatore di saperi. È poi una scienza bambina e giocosa che rivive. Ne traspare l'entusiasmo assetato di meraviglie, come del fanciullo che fa esperimenti, felicemente divertito: è la sua età, che può ancora leggere a bocca aperta nel gran libro della natura, e la cui nuova libertà di pensiero è gioia dell'intelligenza, un ampio respiro che inebria, e non è ancora disincanto del mondo.
1 Gennaio 2001
La memoria n. 522
312 pagine
EAN 9788838917332
Non disponibile
Lorenzo Magalotti (Roma, 1637- Firenze, 1712) fu segretario dell’Accademia del Cimento, le cui ricerche e esperimenti registrò in questi Saggi di naturali esperienze (1667). Scrisse anche novelle e versi, una difesa del cristianesimo nelle Lettere familiari contro l’ateismo (1719) e le celebri Lettere sulle terre odorose d’Europa e d’America dette volgarmente buccheri (1695).
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