Gertrude Stein condivideva, con gli esponenti delle avanguardie di ogni epoca, l’ammirazione per la narrativa poliziesca, vista come gioco con la morte, imperio di regole severe sulla creazione fantastica, e perché, grazie al delitto, il personaggio tradizionalmente romanzesco esce subito di scena lasciando il campo all’osservatore. Sangue in sala da pranzo è l’unico racconto con delitto che la scrittrice abbia prodotto: con tutti gli elementi del genere presenti, a partire da una morte enigmatica, ma destrutturati, ridotti a nervosi brandelli di storia fissati in alcune visioni, come un quadro surrealista. Poiché la Stein, nell’anno del grande e inatteso successo dell’Autobiografia di Alice B. Toklas, intendeva, come avrebbero fatto in tanti nella letteratura del Novecento, seguendo le orme di una trama gialla e frugando nelle sue convenzioni, combattere la sfida con il mistero della scrittura.
1 Gennaio 2011
Il divano n. 276
128 pagine
EAN 9788838925429
Gertrude Stein (1874-1946) scrittrice e poetessa americana, trascorse gran parte della sua vita a Parigi dove si era trasferita agli inizi del Novecento. Nella capitale francese fu instancabile animatrice di un salotto frequentato dai maggiori artisti e letterari dell’epoca. Ammirata da Thornton Wilder, Picasso (che le fece un celebre ritratto) e Hemingway, tra le sue opere più note ricordiamo: Tre esistenze, L’autobiografia di Alice B. Toklas, Guerre che ho visto.
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