Specchi e partite a scacchi sono, per Bontempelli, il modo per parlare del suo «realismo magico». Un divertente racconto, questo, godibile ad ogni età.
Sarebbe da inventariare il posto e il ruolo che gli specchi hanno nella letteratura, e specialmente dall'Uno nessuno centomila di Pirandello in poi. Ma anche annovera, la letteratura, scacchiere e partite a scacchi allusive, simboliche, reali e surreali da tenere in conto: memorabile, e quasi sconfinante nella recente cronaca di una partita campionale, quella del Nostro agente all'Avana di Graham Greene. In questo racconto di Bontempelli, scritto per i ragazzi ma godibile ad ogni età, abbiamo specchio e scacchiera: e con effetti visuali e fantastici tra i più alti raggiunti dal suo «realismo magico». Definizione, questa del «realismo magico», approssimativa, come tutte le definizioni che vogliono essere concise e rapide, ma non infondate a rendere la capacità di Bontempelli ad assumere spazio, tempo ed oggetti in una sfera ( e pensiamo alla sfera di cristallo dei veggenti ) appunto magica e visionaria.
1 Gennaio 1981
La memoria n. 38
96 pagine
EAN 9788838902000
Non disponibile
Massimo Bontempelli (1878-1960) fu teorizzatore di una sorta di neoclassicismo, ch’egli definì «realismo magico»: un’arte capace di estrarre, attraverso l’ironia, ciò che di fantastico e d’irreale c'è nelle vicende quotidiane. Questa casa editrice, di Bontempelli, ha pubblicato anche La scacchiera davanti allo specchio (1981).
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