«Non si ha vera democrazia là dove l'accesso all'istruzione non è garantito in misura pari a tutti» (Piero Calamandrei). Alcuni fra i più appassionati e lucidi interventi sulla Scuola scritti con l’eleganza letteraria e la sapienza di uno dei padri più nobili della Costituzione. Una riflessione di grande attualità per rileggere la storia d’Italia.
Piero Calamandrei individuava nella mobilità sociale il principale compito della scuola. L’opportunità aperta a tutti, indipendentemente dalla nascita, di entrare a far parte della classe dirigente, come garanzia di una giustizia sociale, ma anche come necessità di un rinnovamento più efficace dei gruppi dirigenti. Per questo, per lui, la scuola era «un organo costituzionale» della democrazia e considerava come la più iniqua e dannosa delle disuguaglianze il privilegio nell’istruzione. Privilegio rafforzato, quando la scuola pubblica è resa povera e indebolita al confronto di una privata ricca e protetta. Ancor peggio quando questa, col finanziamento statale all’istruzione privata, diventa scorciatoia verso una scuola di partito, o di setta, o di chiesa. Sono argomentazioni di una stupefacente attualità, oggi resa ancor più bruciante per il fatto che il sistema dell’istruzione in Italia sembra periodicamente riavvolgersi intorno agli stessi problemi irrisolti. E il non averli mai definitivamente risolti fa, di questi appassionati e lucidi interventi sulla Scuola lontani mezzo secolo, scritti con l’eleganza letteraria e la sapienza di uno dei padri più nobili della Costituzione, anche una specie di lente per rileggere la storia d’Italia. Un memorandum. «L’analisi di Calamandrei – scrive Tullio De Mauro nell’Introduzione – si impone oggi come ieri. Passa attraverso la capacità di promuovere una istruzione che rialzi in tutta la società i livelli di cultura, la possibilità di realizzare una compiuta democrazia che dia a tutte e tutti una effettiva pari dignità».
2008
La memoria n. 770
144 pagine
EAN 9788838923654
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Piero Calamandrei (Firenze 1889-1956) giurista insigne e uomo politico antifascista e dell’Italia repubblicana, fu anche poeta, pittore e scrittore. Fondò il primo foglio clandestino antifascista «Non mollare!» e nel dopoguerra la rivista politico-letteraria «Il Ponte». Tra i fondatori del Partito d’Azione, pronunciò alcuni dei più memorabili interventi parlamentari nel corso del dibattito per la Costituzione. Tra le sue opere letterarie: Colloqui con Franco (1923), Elogio dei giudici scritto da un avvocato (1935), Inventario della casa di campagna (1945), Uomini e città della resistenza (1955). Questa casa editrice ha pubblicato La burla di Primavera con altre fiabe e prose sparse (1987), In difesa dell’onestà e della libertà della scuola (1994) e Ada con gli occhi stellanti (2005).
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