Il segno e la memoria. Iscrizioni funebri della Grecia antica

Il segno e la memoria. Iscrizioni funebri della Grecia antica

Lingua originale: greco antico
Tradotto in: Grecia Anti
Con 8 illustrazioni a colori

Si legge sulla tomba di un sacerdote: «pronunziare il nome di un uomo significa veramente farlo rivivere».

La tradizione di incidere con epigrafi le pietre tombali - che nel mondo greco data dal secolo settimo a.C.; si arricchisce sino a diventare genere letterario; ingloba una visione tragica e pessimistica, senza Aldilà: e di cui questa raccolta di iscrizioni tombali ha ritagliato novanta testi di certa autenticità non letteraria, dal VII secolo a.C. al IV d.C., selezionati per la loro integrità e per la rappresentatività di contenuti ideali - fu trasmessa ai greci dai popoli fenici («pronunziare il nome di un uomo significa veramente farlo rivivere», si legge sulla tomba di un sacerdote). I greci vi aggiunsero quella suggestiva elaborazione letteraria che sarebbe sfociata nella solennità poetica dell'epigramma funebre; ne allargarono democraticamente l'uso a tutti gli strati della città (questi novanta testi rimemorano indifferentemente alti magistrati e marinai inghiottiti dal mare, vergini, eroi, meteci e cittadini, schiavi e persino un cane cacciatore). Ma soprattutto vi aggiunsero la loro visione dell'ingiustizia inesplicabile della morte e dell'insensatezza del vivere: la specificità di una suggestiva meditatio vitae priva di ogni concezione di una vita dopo la morte. «Complessa trama di discorso sulla vita e sulla morte, in cui consiste il fascino ineguagliabile dell'iscrizione funebre greca», scrive Salvatore Nicosia nello studio che accompagna le iscrizioni, e ne indaga lo spazio e la funzione sociale.

Autore

Salvatore Nicosia (1940) è ordinario di Letteratura greca nella Università di Palermo. Tra le sue opere: Teocrito e l’arte figurata (Palermo, 1968), Tradizione testuale diretta e indiretta dei poeti di Lesbo (Roma, 1976). Ha curato la traduzione e il commento dei Discorsi sacri di Elio Aristide (Milano, 1984) e il volume miscellaneo La traduzione dei testi classici. Teoria prassi storia (Napoli, 1991). Con questa casa editrice ha pubblicato Il segno e la memoria. Iscrizioni funebri della Grecia antica (1992).

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