In una piccola libreria antiquaria viene trovato ucciso Ugo Magni, medico di successo e senatore. Il commissario De Vincenzi, mite e riflessivo, indaga tra interni Déco con dame stupende, tra esterni affaccendati e case di ringhiera in un universo di portinaie e popolani.
«Egli sempre procedeva soprattutto per intuizione. Non credeva all’evidenza degli indizi, alla certezza delle prove. Nessuna prova era certa. Nessun delinquente firma il suo delitto. Il caso lo firma». È un modo di muoversi e di pensare, quello del commissario De Vincenzi, che sfugge a ogni modello di detective fino a quel momento prevalente. Il suo creatore, Augusto De Angelis, in questo Sei donne e un libro, datato 1936, secondo romanzo di una serie numerosa, più di altre volte si sofferma a descriverlo. È un poeta, professionalmente e politicamente tiepido se non scettico; di letture eretiche per l’epoca (in questa avventura cita lo sconsigliabile Oscar Wilde, e in un’altra, addirittura, un Freud gli balena tra le mani); inoltre sembra cospargere sempre le sue inchieste di umori crepuscolari che lo dominano. Ma quanto il suo creatore De Angelis possa qualificarsi come la fonte originale del giallo all’italiana, si apprezza soprattutto nelle ambientazioni e nelle atmosfere in cui fa muovere il suo investigatore: una Milano consapevole di essere moderna, che sta scoprendo di essere metropoli, animata dalle sculture meticolose di ogni personaggio che formano sempre dei piccoli spaccati sociali. «Non possono restare nello spirito – scriveva l’autore in una pagina di teoria del romanzo giallo – creature d’arte che non abbiano un’anima». Le sei donne del titolo sono quelle che hanno circondato il professor Ugo Magni, medico di successo, senatore, «un vittorioso, un fortunato della vita». Viene trovato ucciso nei locali di una piccola libreria. C’è un libro scomparso, conventicole dedite a spiritismo e una strana premonizione affidata a dei ferri chirurgici recapitati in questura dentro un camice bianco. De Vincenzi indaga tra interni Déco con dame stupende, tra esterni affaccendati e case di ringhiera in un universo di portinaie e popolani.
1 Gennaio 2010
La memoria n. 824
344 pagine
EAN 9788838924996
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Augusto De Angelis, nato a Roma nel 1888, incarcerato per antifascismo nel 1943, e morto a Bellagio nel 1944 per le percosse subite in un’aggressione fascista. Il commissario De Vincenzi fu portato in televisione negli anni Settanta del Novecento da Paolo Stoppa per una serie di sceneggiati. È protagonista di quindici romanzi scritti tra il 1935 e il 1942 di cui questa casa editrice ha già pubblicato: Il mistero delle tre orchidee (2002), L’Albergo delle Tre Rose (2002), Il mistero di Cinecittà (2003), La barchetta di cristallo (2004), Il candeliere a sette fiamme (2005), L’impronta del gatto (2007), Giobbe Tuama & C. (2008), Il banchiere assassinato (2009), Sei donne e un libro (2010) e Il canotto insanguinato (2014). Tre romanzi della serie sono stati anche riuniti nella collana «Galleria» col titolo Il commissario De Vincenzi.
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