L'esperienza dei primi emigranti siciliani in Germania e il rapporto con la patria lasciata. Un'analisi del modello di integrazione tedesco.
Arance nella tasca del cappotto, valigia di cartone, il sogno di un guadagno ed un lavoro sicuro alla Volkswagen. Così, cinquant'anni fa, partivano alla volta della Bassa Sassonia i primi emigranti siciliani. Il loro avrebbe dovuto essere solo un breve soggiorno. Invece... Con linguaggio evocativo e rigore scientifico, l'autrice ripercorre le tappe della emigrazione italiana in Germania, traendo spunto dal cinquantesimo anniversario (1955-2005) della firma dei primi contratti italo-tedeschi per il reclutamento di manodopera straniera. Si sofferma principalmente sulle fattualità che spinsero migliaia di meridionali all'emigrazione e sulla descrizione degli scenari incontro ai quali essi andarono. Nello stile dei racconti di vita viene narrato il percorso esistenziale di alcune persone che hanno vissuto lo status del Gastarbeiter, le problematiche dell'integrazione, la fatica della nostalgia. Uno squarcio significativo è aperto infine sulle odierne sfide interculturali soprattutto a livello di formazione scolastica, traendo spunto dalla esperienza della Deutsch-Italienische-Gesamtschule di Wolfsburg. Il tutto con un sogno non poi tanto segreto: perchè non provare oggi in Sicilia, divenuta terra di immigrazione, politiche istituzionali che - mutatis mutandis - consentano una felice integrazione italo-islamica?
1 Gennaio 2005
Nuovo prisma n. 63
112 pagine
EAN 9788838920745
Benedetta Mannino (Palermo, 1971), laureata in filosofia, giornalista, ricercatrice SYLFF presso l'Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe di Palermo, ha insegnato in diverse scuole superiori e università italiane (Palermo, Roma), tedesche (Berlino, Heidelberg, Potsdam, Wolfsburg) e spagnole (Bilbao). Ha avvertito la complessità antropologica dei problemi dovuti alle migrazioni e ne ha fatto il cuore delle proprie ricerche. Ha pubblicato in Germania, per la Langescheidt, lo Sprachalender Italienisch 2004 e in Italia, per la Laurus Robuffo, Voglia di ammazzare, in L'arma nella mente, 2004.
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