La riunione conviviale nella Grecia antica è l'argomento trattato, con intelligenza e saggezza, da Plutarco.
«L'uomo avveduto non si presenta a banchetto come un vaso vuoto, ma viene con il proposito di fare ed ascoltare discorsi serî o divertenti, per intrattenersi su argomenti che di volta in volta l'occasione suggerisce ai convitati, se questi intendono trascorrere il tempo godendo della reciproca compagnia». Plutarco fa dire a Nilosseno, in quest'amabile descrizione di quella caratteristica occasione di saggezza e intelligenza che era la riunione conviviale nella Grecia antica: «Se un piatto non è buono, lo si può rifiutare; se un vino è di cattiva qualità, si può sempre piegare sull'acqua; ma un convitato pesante e triviale, che vi dà il mal di testa, annulla e guasta il piacere di qualsiasi vino, di qualsiasi cibo, la grazia di qualunque musico, né ci si può in questo caso avvalere di quell'espediente che consiste nel vomitare ciò che provoca tanto disgusto. A volte, anzi, perdura anche tutta la vita, come perdura in bocca un cattivo sapore, un'antipatia reciproca sorta a banchetto a causa di offese che, per un moto d'ira, sono state scambiate tra i fumi dell'ubriachezza».
1 Gennaio 1989
La memoria n. 189
116 pagine
EAN 9788838905285
Non disponibile
Di Plutarco questa casa editrice ha pubblicato: Sertorio (1986), Il simposio dei sette sapienti (1989), Anziani e politica (1989), Come distinguere l'adulatore dall'amico (1991).
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