La storia di Asril, ricco vedovo ebreo che torna, guidato dal padre apparsogli in sogno, al suo villaggio galiziano e scopre il male.
Nato in Galizia (come Roth, come Schulz, come Kuśniewicz) alla vigilia delle ripetute rotture che conclusero il «crepuscolo di un mondo»; ebreo, vincolato dalla vicenda del suo popolo a vedervi trasfigurati i destini dell'umanità, solo in parte Stryjkowski partecipa del clima nostalgico della letteratura mitteleuropea degli anni Venti e Trenta. Più aspro è in lui il senso del ciclo storico e spirituale consumato («costruisco - è un suo commento - la tomba di una nazione perduta»), più esplicito l'indugiare dei suoi personaggi di fronte alla depravazione. La storia di Asril, ricco vedovo ebreo che torna, guidato dal padre apparsogli in sogno, al suo villaggio galiziano e scopre il male, e lo rivela inestricabile da se stesso, rivela inattese ascendenze: «Ho appreso da Céline la cosa che considero più importante, uno sguardo crudele verso me stesso».
1 Gennaio 1984
La memoria n. 96
172 pagine
EAN 9788838902581
Julian Stryjkowskj, giornalista, critico e romanziere tra i massimi della letteratura polacca, è nato a Stryj in Galizia nel 1905. Dalla vita movimentata - esemplare di una generazione e di un'area geografica -, ha vissuto, oltre che nel suo paese, in Unione Sovietica durante l'invasione nazista della Polonia (subendo le persecuzioni staliniane) e, nel dopoguerra, in Italia, da dove è stato allontanato a seguito della pubblicazione di un romanzo di ambientazione italiana, La corsa a Fragalà. Tra le sue opere: Austeria (Roma, 1984) e Voci nelle tenebre. I suoi romanzi sono stati tradotti in molte lingue.
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