Il destino, la sorte, un nuovo dio che sia il più conveniente, il più adatto, a della gente che è troppo debole per costruirsi una vita secondo volontà ma che è abbastanza lucida da esigere una spiegazione della propria sconfitta. Nel ciclo di novelle che rappresenta la vita siciliana nei suoi aspetti e personaggi più diversi, De Roberto adotta La sorte come provvisorio cemento ideologico di una comunità altrimenti avviata alla disgregazione.
La sorte: è difficile trovare un concetto - una tesi da svolgere - in cui più naturalmente si combinano la sicilitudine, il verismo letterario e la poetica del pessimismo di De Roberto: la sorte che spiega la sconfitta e toglie la speranza. Scrive l'italianista Fernandez a proposito di queste novelle del grande scrittore siciliano: «De Roberto si trova di fronte a un problema estremamente difficile da risolvere: descrivere con i mezzi naturalistici che gli vengono da Verga, da Flaubert, la società siciliana che da ogni parte si incrina e si disgrega, che non crede più in nulla e la cui apparente solidità non resiste a uno sguardo efficace. Una specie di cemento provvisorio, precario, De Roberto lo inventa, o lo adotta. E sarà il destino, la sorte: e farà da titolo alla sua prima opera narrativa, un ciclo di novelle in cui viene rappresentata la vita siciliana nei suoi aspetti e personaggi più diversi, dalla principessa all'artigiano, dal barbiere ambizioso al suicida fallito. Il destino, vale a dire il nuovo dio di una società che tutti i suoi dei ormai li ha perduti, quelli della religione come quelli della scienza. Un nuovo dio che sia il più conveniente, il più adatto, a della gente che è troppo debole per costruirsi una vita secondo volontà ma che è abbastanza lucida da esigere una spiegazione della propria sconfitta. La sorte si presenta come un crudele inventario di tutte le illusioni (tranne che dell'illusione politica, che sarà il soggetto de I Viceré). Il mondo, quale oggi è per noi, è chiuso, bloccato da ogni parte - sembra voler dire il giovane De Roberto - ed ogni sforzo per uscirne non può che portarci allo scacco, alla sconfitta».
1 Gennaio 1997
La memoria n. 396
204 pagine
EAN 9788838913952
Fuori catalogo
Interprete tra i più radicali e originali del verismo letterario italiano, Federico De Roberto (Napoli, 1861 - Catania, 1927) scrisse il celeberrimo I Viceré (1894). Di De Roberto questa casa editrice ha pubblicato i racconti de La sorte (1977) e il romanzo La messa di nozze (1993).
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