L'estate romana del 1944, la vita di un giovane intellettuale e le stelle della bandiera americana, e la stella rossa, del sogno bolscevico o dell'incubo.
Questo diario di Stefano Vanzina in arte Steno - lo «Steno» dei giornali satirici, dei caffè letterari in sodalizio con Longanesi e Soldati, delle riviste e poi dei tanti film con Totò -, è stato ritrovato tra le carte lasciate, ma nulla ha, o pochissimo, di intimo e segreto (forse un solo misterioso accenno affidato, improvvisamente in fine diario, all'iniziale di un nome). Vi corre tutta l'estate romana del 1944, scandita dalle giornate piene di un giovane intellettuale, uomo di spettacolo ben inserito tra le vecchie stelle dell'epoca appena passata, e tra le nascenti dell'epoca che si apre (e sotto le stelle della bandiera americana, e la stella rossa, presente all'orizzonte, del sogno bolscevico o dell'incubo). Steno è ironico, distaccato, attivo, ha incontri con tutti i nomi che ci si aspetterebbe, molti scambi, molti programmi ma pochi entusiasmi: un vero «apota», uno che non la beve, secondo l'epiteto inventato da Prezzolini per il gruppo dei longanesiani. Ma la sera, tornando a casa, non manca di leggere i classici, che sono stati assenti dalla sua formazione sotto il totalitarismo fascista: Dostoevskij, Flaubert, Proust. Segno di un aroma di libertà, nuovo anche per un apota.
1 Gennaio 1993
La memoria n. 285
212 pagine
EAN 9788838909504
Non disponibile
Steno (Stefano Vanzina, 1917-1988) vignettista e battutista del giornale satirico «Il Marc’Aurelio», aiuto regista di Mario Mattoli, e poi sceneggiatore con Mario Soldati, Blasetti e Camerini, debutta come regista nell’immediato dopoguerra in coppia con Mario Monicelli. Ha scritto centocinquanta sceneggiature e diretto settantacinque film di successo (tra cui alcuni dei più celebri di Totò).
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