La verità che improvvisamente diventa colpa è la qualità peculiare del terrore di massa. Le accuse dei delatori, che conferiscono al potere gli strumenti per rimodellare i comportamenti comuni, sono anche paradossali testimonianze di verità.
«Sono due rappresentanti del popolo che un bel giorno arrivano a Grenoble e qualche tempo dopo pubblicarono una lista di 152 notoriamente sospettati (di non amare la Repubblica, cioè il governo e la patria) e di 350 semplicemente sospetti. I notoriamente dovevano essere imprigionati; quanto ai semplicemente, dovevano essere semplicemente sorvegliati... Mio padre attribuì la comparsa del suo nome sulla lista fatale a un'antica rivalità con Amar... 'Ma' , dissi a mio padre 'Amar ti ha messo sulla lista come notoriamente sospetto di non amare la Repubblica, mi sembra che sia certo che tu non l'ami'. A queste parole tutta la famiglia arrossì di collera..». In questa pagina della Vita di Henry Brulard, Stendhal rivela una qualità, forse la peculiare del terrore di massa: le accuse del terrore sono accuse irresistibilmente vere: una verità che improvvisamente diventa colpa e conferisce al potere una specie di legittimità ed equità per rimodellare i comportamenti comuni. Dal dispotismo zarista e dai documenti cui attingeva per i suoi romanzi storici, e soprattutto per il «Trittico degli imperatori» (di cui qui presentiamo due racconti, Il sottotenente Summenzionato e Il giovane Vitušišnikov), Tynjanov traeva potenti e grottesche rappresentazioni. Ed esse hanno aggiunto, per la prima volta nella storia letteraria, e mirabilmente, all'intuizione stendhaliana il suo conseguente corollario: «l'estasi della delazione», che nei momenti del terrore di massa non è soltanto il gusto ignobile della denuncia, ma anche un modo, quasi religioso, di testimoniare, appunto, la verità.
1 Gennaio 1986
La memoria n. 117
172 pagine
EAN 9788838902796
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Jurij Tynjanov (1894-1943) esponente di primissimo piano del Formalismo russo, oltre agli scrittori teorici (raccolti nel 1929 nel volume Arcaisti e innovatori) ha lasciato romanzi e racconti storico-biografici rigorosamente fondati sullo studio dei documenti e degli ambienti d'epoca: Kjuchlja (1925), Morte del Vazir Muchtar (1929), e l'incompiuto Puškin. I tre racconti del «Trittico degli imperatori», Il sottotenente Summenzionato, Il giovane Vitušišnikov e Il personaggio di cera, ricostruiscono letterariamente tre episodi realmente accaduti.
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