Erroneamente attribuite a Ippocrate, queste lettere, tra i testi più affascinanti sull’ambiguità della follia, offrono «un raro esempio di romanzesco nella letteratura medico-filosofica» (Yves Hersant).
Queste lettere - tratte dal tomo IX delle opere complete di Ippocrate nell'edizione di E. Littré (Parigi, 1861) - formano un trattato dell'antichità sulla «mania» e «l'umor nero», discutendo in particolare il «caso clinico» del filosofo Democrito (e della leggenda della pazzia ridente di Democrito, come del tema della melanconia, costituiscono documento tra i più frequentati). Ma non furono scritte dal medico greco del V secolo: apocrife, lette e rilette diversamente dal Cinquecento in poi (e più recentemente da interpreti che vanno da Cabanis a Starobinski), per mescolanza di generi e invenzioni, offrono «un raro esempio di romanzesco nella letteratura medico-filosofica».
1991
Il divano n. 19
104 pagine
EAN 9788838906855
Non disponibile
Ippocrate, medico di Kos, che per primo condusse la medicina dal mito al metodo scientifico, visse tra il 460 e il 370 a.C.. Questa casa editrice ha pubblicato Sul riso e la follia (1991).
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