Le lettere dalle carceri di Yerawada non sono documenti politici, Gandhi vi raccoglie le regole di una filosofia pratica; via di miglioramento, sogno di un'India e di un mondo, liberi e pacificati.
Il 12 marzo del 1930 Gandhi, con settantanove discepoli del suo asram di Sabarmati, si diresse a piedi verso la costa per estrarre sale dall'acqua di mare, in violazione delle leggi sul monopolio. Raggiunta la spiaggia il 6 aprile, il corteo era diventato una grande folla, per l'afflusso dei contadini dai villaggi; e nel mese seguente tutta l'India s'unì al più grande sino a quel momento episodio di disobbedienza civile opponendo la non violenza alla repressione militare inglese. Per il «moto di sale» il Māhatmā fu rinchiuso nelle carceri di Yerawada, dove restò otto mesi, e dalla prigione, tempio di verità, indirizzò ai seguaci queste lettere. Le lettere da Yerawada, qui tradotte da Brunilde Neroni, non sono documenti politici. Gandhi vi raccoglie le regole di una filosofia pratica: sulla verità, la frugalità, il non-possesso, l'eguaglianza universale, la tolleranza, il lavoro manuale comune, l'abolizione dell'intoccabilità, il coraggio, la libertà. Via di miglioramento, fine supremo del programma politico, sogno di un'India, e di un mondo, liberi e pacificati.
1 Gennaio 1988
La memoria n. 177
104 pagine
EAN 9788838904929
Non disponibile
Tra le opere di Mohandas Karamchand Gandhi (Portbandar 1869-Delhi 1948) sono state pubblicate in italiano: Guida alla salute e altri saggi (Roma, 1925), Autobiografia (Milano, 1931), Il tormento dell'India (Napoli, s.d.), Pensieri (Vicenza, 1960), Antiche come le montagne (Milano, 1963), La mia vita per la libertà (Roma, 1986).
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