Le tre stimmate di Palmer Eldritch

Le tre stimmate di Palmer Eldritch

Lingua originale: inglese
Traduzione di Gianni Pannofino
Titolo originale: The Three Stigmata of Palmer Eldritch

Palmer Eldritch, dall’universo ha portato una droga. Chi ne ha il controllo è Dio. Perché dà una dolce illusione: vivere in un mondo normale.

Le tre stimmate di Palmer Eldritch, scritto nel 1964 in uno dei periodi più fecondi dell’attività di Dick, è tra i romanzi in cui le tematiche complesse e ramificate che attraversano la sua opera, in stretta connessione con elementi autobiografici, sono forse rappresentate in modo più coerente, fino alle estreme conseguenze. Nel surriscaldato e inospitale mondo di un futuro non troppo remoto la lotta per il potere è la lotta tra chi controlla la realtà attraverso il monopolio della vendita di droghe. Quella più diffusa dà agli sventurati coloni inviati forzatamente su Marte l’illusione di essere trasferiti in un mondo di patetica normalità, che non è altro se non la rappresentazione dei sogni televisivi della middle-class americana. Si affaccia però sulla scena una droga più potente, forse definitiva, prodotta dall'enigmatico e sinistro Palmer Eldritch: essa crea la realtà medesima fino a che diventa impossibile capirne gli effetti. Ma chi - o che cosa - è Palmer Eldritch, misterioso pellegrino reduce da un viaggio interstellare? Sembrerebbe addirittura Dio, in un mondo in cui le droghe sono descritte con caratteristiche che fanno pensare all’ostia e al sacramento della comunione. Purtroppo è un Dio malvagio, un demiurgo negativo e distruttore che irrompe nell'universo per minarne - o turbarne appunto - il fragile equilibrio. E non ci sarà salvezza per nessuno. Angelo Barbato

1 Gennaio 1999

La memoria n. 436

336 pagine

Fuori catalogo

Autore

Philip K. Dick, nato a Chicago nel 1928 e morto improvvisamente in California nel 1982, è ormai un autore di culto ed è considerato una delle figure più significative tra i romanzieri americani contemporanei. Dagli inizi degli anni Cinquanta scrivere fu la sua ossessione, il modo di combattere le angosce e le sconfitte di una vita dominata dalle insicurezze, dai dubbi e dalla paranoia, il mezzo per comunicare un profondo disagio esistenziale. Il ricordo lancinante della sorella gemella morta poco dopo la nascita in circostanze oscure, cinque matrimoni falliti, tre figli o forse più, la condizione economica costantemente precaria, il ricorso frequente alle droghe, una continua instabilità mentale hanno profondamente segnato la sua vita tormentata e determinato il filo conduttore delle sue creazioni, declinato in varie versioni ed espresso con talento visionario. Tra le sue opere vanno ricordate The Man in the High Castle del 1962, Do Androids Dream of Electric Sheep? del 1968, da cui è stato tratto il celebre film di Ridley Scott Blade Runner, Ubik del 1969. Le tre stimmate di Palmer Eldritch e Tempo fuori luogo sono stati pubblicati da questa casa editrice nella collana «Fantascienza» curata da Angelo Barbato e vengono ora riproposti nella collana «La memoria».

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