«Un attendibilissimo spaccato della società meridionale del secondo dopoguerra. Ironia feroce e divertimento dal principio alla fine».
Camilla Cederna, Corriere della Sera, 1983
È raro trovare nella letteratura italiana un romanzo di altrettanta intelligente ironia e insieme di tenace ama-rezza; Luisa Adorno – pseudonimo adottato per necessità alla prima uscita del libro nel 1962 e poi mantenuto nel tempo – racconta le vicende del suocero, Prefetto della Repubblica in una Sicilia all’indomani della guerra, e della Prefettessa sua moglie, indimenticabile coprotagonista: miti e riti di una famiglia amorosamente presa in giro con cui l’autrice, giovane toscana, si trova a vivere estati roventi ai piedi dell’Etna. Scene di una vita di provincia e insieme racconto amaro di una Italia burocratica e conformista passata dal fascismo alla Repubblica senza che nulla mutasse negli apparati dello Stato. Tra autobiografia e romanzo Luisa Adorno «scrive soltanto la vita» e lo fa con la vivacità e la statura di una raccontatrice d’altri tempi, tanto da far pensare – lo ha scritto Leonardo Sciascia – a Brancati, ma anche a Natalia Ginzburg o Katherine Mansfield.
15 Luglio 2021
Promemoria n. 3
176 pagine
EAN 9788838942341
Non disponibile
Luisa Adorno è nata a Pisa nel 1921. È scomparsa a Roma nel 2021. Ha collaborato a «Il Mondo» di Pannunzio e a «Paragone». I suoi libri L’ultima provincia (1983, 2021), Le dorate stanze (1985, Premio Prato-Europa e Premio Pisa), Arco di luminara (1990 e 2022 Premio Viareggio e Premio Racal-mare-Leonardo Sciascia 1990), La libertà ha un cappello a cilindro (1993), Come a un ballo in maschera (1995, Premio Donna Martina Franca), Sebben che siamo donne... (1999, Premio Vitto-rini), Foglia d’acero con Daniele Pecorini-Manzoni (2001) e Tutti qui con me (2008), pubblicati da questa casa editrice, sono tradotti in varie lingue.
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