Bianca e il fratello vivono a Roma. Una serie di sfortunate circostanze porta le loro vite sulla via della delinquenza. In un'insolita ambientazione ancora un'affascinante romanzo dello scrittore cileno.
Nella letteratura di Bolaño, dalle numerose e multiformi finzioni, sovrabbondano i personaggi. Nessuno di essi è mai quello che si dice banalmente una persona normale, anzi sembrano montare un bazar di stranezze, quasi a voler esprimere dolorosamente l'assurdo e il grottesco. L'autore li tratta con lo stesso distacco sentimentale con cui guarderebbe ad animali che innocentemente e immancabilmente confondono il bene col male ma con una netta propensione al male. E si capisce che per mezzo di essi Bolaño vuole argomentare narrativamente contro l'irreale piattezza, mascherata di quotidiano e di realismo, con cui viene oggi rappresentato il mondo nella cosiddetta cultura di massa. E il fascino poetico, che ha ammantato per tanti lettori il suo narrare, sembra derivare da questa specie di rivolta anarchica contro l'abolizione del vario. Anche se poi, per lui, la varietà inesauribile della vita è la varietà della crudeltà: delle insulse sofferenze, delle futili inquisizioni, delle prove limite. In questo racconto è indimenticabile il mescolarsi di tre livelli: lo squallore delle giornate dei quattro emarginati protagonisti, l'artificio spietato e quasi barocco della cospirazione che tentano di attuare, e il romanticismo della storia d'amore irrisolta che vi si intesse. Il racconto è di una ragazza, evidentemente ormai convinta alla vita normale, che a distanza di tempo ricorda di quando fu delinquente. O meglio, ricorda quando percorse tutta la strada della delinquenza, insieme ai tre compari, il fratello un po' scemo e due scagnozzi che se la dividevano a letto; fermandosi però prima dell'atto stesso del delinquere: un furto ribaldo e macchinoso nella casa di un cieco ex campione mondiale di culturismo. La storia dell'«audace colpo»si ambienta a Roma a causa di una specie di esperimento letterario. L'editore spagnolo spedì gli scrittori latino-americani di punta nelle grandi capitali del mondo per ambientarvi una loro opera. Bolaño scelse la città già tante volte scelta da Pasolini e da Fellini: e difatti, per tenaci anche se sottili impressioni, se ne avverte la presenza, in questo racconto, come in un omaggio.
1 Gennaio 2005
La memoria n. 636
112 pagine
EAN 9788838920271
Fuori catalogo
Roberto Bolaño è morto nel 2003 (era nato nel 1953), nel pieno di una vita d'artista complicata dalle vicissitudini dell'esistenza, e di una creazione incessante, interpretata anche come stimolo e provocazione, alla maniera di quell'avanguardia Dada o situazionista che amava tanto. Questa casa editrice ha pubblicato: La letteratura nazista in America (1998), Stella distante (1999), Chiamate telefoniche (2000), I detective selvaggi (2003, 2009), Notturno cileno (2003), Puttane assassine (2004), La pista di ghiaccio (2004), Un romanzetto canaglia (2005), Monsieur Pain (2005), Il gaucho insostenibile (2006), Anversa (2007) e Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce (con A. G. Porta, 2007, 2011). Notturno cileno è stato inserito nella lista dei dieci migliori libri del 2003 dal «Los Angeles Times Book Review» e scelto da Susan Sontag come il libro dell'anno per Times Literary Supplement.
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