Quattro racconti pubblicati nel 1946 e ambientati negli anni feroci, tra il 1936 e il 1944. Storie di tedeschi e di partigiani, di coraggio e tradimenti. Storie vere o comunque attinte dalla realtà.
Stupisce che questi quattro racconti di Scerbanenco non siano stati notati e ripubblicati prima d’ora, per la loro bellezza, la verità che portano, nonché la loro importanza di testimonianza su come fu vissuto un periodo storico. Forse perché furono pubblicati nell’unica edizione nel 1946, tempi difficili e fragili di passaggio. Forse perché la successiva fama di inventore della «Milano calibro nove» mise in ombra l’altra, importante, produzione dello scrittore. Sono racconti di guerra, ambientati negli anni feroci. Il primo nel periodo in cui sta maturando l’alleanza con Hitler: e del nuovo clima di complicità è vittima un giovane capitano del controspionaggio italiano che scopre un complotto nazista e viene abbandonato dai suoi comandi. Gli altri tre si svolgono quando l’Italia è occupata dall’esercito tedesco: la caccia solitaria contro una spia nazista infiltrata a Napoli; una trappola contro una linea partigiana che aiuta esuli a fuggire; la vendetta contro un agente che deporta ebrei italiani attraverso la Svizzera. E sono racconti sulla paura; senza dubbi o reticenze, da parte di uno scrittore pessimista e del tutto poco fedele a qualsiasi ideologia, su chi questa paura ha seminato e ne porta la colpa: «gli uomini ragno» nazisti: «in tutto il mondo aleggiava in un modo o nell’altro, là mostruosa, qui più lieve, la paura e solo la paura». Si sente l’energia del narratore di avventure, anche se i suoi personaggi sono banali aguzzini e piccoli eroi per umanità e per puntiglio; ma il desiderio che domina è di dire ciò che successe nei recessi senza luci della storia: «I fatti narrati in questi racconti sono effettivamente accaduti. Ma l’autore se ne è servito solo come spunti». E sovrasta soprattutto, anche nella scrittura più dolce dello stile scabro e duro dello Scerbanenco più noto, il sincero interesse per gli umili e la capacità di distinguere e sentire la sofferenza dei giusti.
1 Gennaio 2006
La memoria n. 684
216 pagine
EAN 9788838921339
Fuori catalogo
Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, vissuto in Italia, scrisse un numero immenso di romanzi e racconti di tutti i generi fantastici, tutti con una personale inimitabile cifra narrativa. Questa casa editrice ha pubblicato: Uccidere per amore (2002), La mia ragazza di Magdalena (2004), Rossa (2004), Uomini ragno (2006), Annalisa e il passaggio a livello (2007), Sei giorni di preavviso (2008), La bambola cieca (2008), Nessuno è colpevole (2009), L’antro dei filosofi (2010), Il cane che parla (2011), Lo scandalo dell’osservatorio astronomico (2011) e Nebbia sul Naviglio e altri racconti gialli e neri.
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