Gabriel ama Sofía e sogna di scrivere un romanzo: avranno una figlia e di lui si interesserà un grande editore; ma Gabriel è gay. Un amore e una carriera normalmente difficili, ma dalla prospettiva di un omosessuale.
Peruviano, autore tra i più interessanti della letteratura sudamericana d’oggi, lanciato da Mario Vargas Llosa, Jaime Bayly non rientra nelle atmosfere sognanti e mitiche alla García Márquez o nelle finzioni intellettuali della cerchia borgesiana, i due versanti più noti e rappresentativi di quella letteratura. Scrive sulla scia di un realismo cittadino, di innocente crudezza e prosa scabra e immediata. Il suo universo è il mondo crudelmente élitario dei sudamericani ricchi e bianchi, che vivono con un piede nelle cittadelle per privilegiati dei loro paesi e l’altro nelle metropoli multietniche degli Usa. Un gruppo rappresentato sempre come una casta, bigotta e autoreferenziale, più che una classe sociale di una società aperta. Ma non è tanto la critica sociale – comunque mai declamata ed esplicita, e certo tutt’altro che moralistica – la chiave della sua narrativa. È la scelta dei protagonisti e delle loro problematiche: sono omosessuali, raccontati in prima persona, dal punto di vista omosessuale, che vivono esistenze difficili. E questo loro porsi nel mondo dorato, cui appartengono per nascita, alla stregua di meticci tra bianchi razzisti, diventa il pennello sottilissimo di una raffigurazione sociale rivelatrice. Gabriel è un giovane divo della televisione, ricco e celebre; ha avuto una fidanzata ufficiale e un periodo di sbandamento tra alcol e droga da cui è uscito; lo accompagna una reputazione di gaudente dongiovanni; e intrattiene una relazione segreta con Sebastián. Una sera incontra la splendida Sofía, dall’affettività comprensiva e grande, che è stata amante di Sebastián e sa della doppia vita di Gabriel. Tra i due inizia un amore pieno, complicato; e corrono anni movimentati e non avari di successo tra Lima, Miami, Washington e Madrid. Hanno una figlia, lui pubblica il romanzo della sua vita con un importante editore di Barcellona. Ma quale strada li aspetti, di chi Gabriel, alla fine, sarà, resta sospeso. Un epilogo «Dieci anni dopo» dà una risposta dolceamara e rassegnata, che forse significa che non c’è risposta. L’uragano ha il tuo nome è la cronaca di un amore difficile e di una carriera controversa, nel segno dello sforzo di affermare il sentire omosessuale come una legittima modalità del vivere. Ma è anche, come gli altri di Bayly, il romanzo di una formazione di un genere particolare; interrotta e infinita, che confina con esistenze picaresche o on the road che debbono accontentarsi dell’effimero. Perché - osserva il curatore del volume Angelo Morino, nella sua Nota fortemente interpretativa -: «L’omosessualità comporta un viaggio che finisce solo per ricominciare e un’identità in continuo divenire».
1 Gennaio 2006
Il contesto n. 11
536 pagine
EAN 9788838921094
Jaime Bayly (Lima, 1965) è considerato tra i più innovativi scrittori latino americani, anche per la irriverente descrizione della classe dirigente cui appartiene. Dei numerosi romanzi, questa casa editrice ha pubblicato Non dirlo a nessuno (2003) e L’uragano ha il tuo nome (2006).
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