Vecchia storia… inverosimile

Vecchia storia… inverosimile

Nota di Salvatore Silvano Nigro

Un desiderio di rivalsa sociale e di indipendenza anima le azioni di una ragazza di Pietraperzia, paese dell'entroterra siciliano. Annuzza, la «volpicina», è la vita che tenta di correre lì dove nulla di vitale è consentito e dura.

L'idea di ripubblicare Elvira Mancuso - ricorda Salvatore Nigro nella Nota al volume - era stata di Italo Calvino. Leonardo Sciascia l'avrebbe presentata ai lettori, così come aveva riproposto un'altra scrittrice siciliana - grande scrittrice - Maria Messina. E naturalmente, con Elvira Mancuso, il confronto corre alla Messina: simili per l'epoca in cui vissero, per l'ambito culturale del naturalismo alla Verga e alla Capuana, per la condizione femminile di cui raccontarono lo strazio, per l'emarginazione culturale in vita e poi l'oblio. Identiche, soprattutto, nello stato di scrittrici in Sicilia, in un'epoca in cui l'esserlo diventava immediatamente ribellione, quasi scandalo. Ma mentre la desolazione domina prostrante e irredimibile i personaggi di Maria Messina, nel romanzo di Elvira Mancuso circola un vento di energia testarda che non è speranza. Annuzza la maestrina (questo il primo titolo del romanzo Vecchia storia... inverosimile) non è una creatura cui «manca perfino la forza di gemere »: poverissima, intelligente e donna, coltiva un'ambizione forte, elabora strategie, si permette l'orgoglio contro l'uomo. È «una volpicina», e la sua scintilla dentro il morto conformismo del paese, basta a travolgere un uomo, prima di spegnersi. Vecchia, quindi, la storia, secondo l'apparente copione di storie rusticane; nuovissimo - e inverosimile - è il pathos, la sottile complicità: Annuzza, la volpicina, è la vita che tenta di correre lì dove nulla di vitale è consentito e dura.

1990

La memoria n. 218

188 pagine

EAN 9788838906442

Non disponibile

Autore

Elvira Mancuso (Caltanissetta 1867-1958), nubile risoluta e «emancipata», aveva cominciato a scrivere con pseudonimi su riviste femminili. Tra il 1906 e il 1909 pubblicò i suoi scritti più importanti: Resede e ortiche, Sulla condizione della donna borghese in Sicilia, Bagattelle. Col titolo Annuzza la maestrina (Vecchia storia.., inverosimile), questo romanzo fu pubblicato a Caltanissetta nel 1906. Nella seconda parte della vita, e in ritiro silenzioso sotto il fascismo, si dedicò interamente all’insegnamento.

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