Arsenico, cianuro, stricnina, acqua tofana: sono questi i veleni di Palermo; niente metafore dunque, protagoniste di questo libro, pieno di storia e di storie, sono proprio le sostanze tossiche con cui venivano compiuti omicidi di ogni sorta. La Duca incanta con le sue storie e racconta sette secoli di pozioni micidiali che consentivano assassinii discreti e veloci, insomma delitti perfetti.
«I veleni di Palermo. Non quelli che direi “veri”, i lenti e sottili veleni del vivere a Palermo; ma le immediatamente fatali e volgari pozioni, il poison criminalmente dosato nella domestica minestra, nelle salse, negli intingoli, nelle creme; il mort-aux-rats promosso a funzioni liberatorie nelle asfissie da marito o da moglie, negli amori impossibili, nelle possibili ma tardanti eredità. Il veleno comprato dallo speziale con la scusa della casa e del vicolo da disinfestare; o pagato lautamente alla fattucchiera rivelando l’uso cui è destinato; o segretamente distillato da erbe e sali. Il veleno dei casi che generalmente si dicono sordidi: gli amorazzi, la roba, le insopportabili vessazioni del pater familiae; l’odio che si accumula giorno per giorno, ora per ora; l’impazienza che si acuisce e delira; la livida invidia e rapace». Dall’introduzione di Leonardo Sciascia
Storico eccelso e straordinario, Rosario La Duca (Palermo 1923-2008) si può dire sapesse tutto dei luoghi di Palermo e dei fatti, soprattutto quelli strani e misteriosi, associati a questi luoghi. I veleni di Palermo uscì per la prima volta nel 1970, ed è stato il primo volume pubblicato dalla casa editrice Sellerio. Nell’Introduzione Leonardo Sciascia lo presentava: «rassegna degli avvelenamenti occorsi in Palermo dal 1160 al 1815, compilata con molta diligenza ma non senza divertimento». E il racconto di quest’arte (soprattutto femminile, che Palermo seppe anche esportare: per esempio con l’acqua tofana) procede accanto alla descrizione delle istituzioni, dei governi, della giustizia, dei costumi di sette secoli palermitani, secondo lo stile di La Duca che dal minimo rilievo ricava la grande storia. Insomma: una cavalcata nella storia in groppa alla morte.
27 Ottobre 2016
Il divano n. 305
224 pagine
EAN 9788838935770
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Rosario La Duca (1923-2008), ingegnere e docente universitario, è stato il più autorevole studioso di storia della città di Palermo. Autore di numerose pubblicazioni tra le quali: Il sottosuolo di Palermo (1964), Vicende topografiche del centro storico di Palermo (1964), Palermo Felicissima (1974), Cartografia generale della città di Palermo e antiche carte della Sicilia (1975), Palermo (1980), La città perduta (1975-1978), Cercare Palermo (1985-1988), La tonnara di Scopello (1988), Repertorio bibliografico degli edifici religiosi di Palermo (1991), Repertorio bibliografico degli edifici pubblici e privati di Palermo (1994). Per la casa editrice Sellerio ha pubblicato: Panormus Urbs Felix (1969), I veleni di Palermo (1970), La pianta geometrica di Palermo del Marchese di Villabianca (1972), Le giostre reali di Palermo (1972), Catana Urbs Clarissima (1974), I mercati di Palermo (1994), La corda e la mannaia. Delitti e pene nella Sicilia del «buon tempo antico» (XVI-XVIII secolo) (2012), nel 2011 è stato ristampato il volume I mercati di Palermo nella collana I cristallini.
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