«Così siamo come barbari gli uni verso gli altri, perché per natura in tutto tutti abbiamo avuto la medesima costituzione, pur essendo sia barbari che greci...».
«Così siamo come barbari gli uni verso gli altri, perché per natura in tutto tutti abbiamo avuto la medesima costituzione, pur essendo sia barbari che greci. Si può osservare l'insieme delle necessità naturali in tutti gli uomini: tutti possono soddisfarle allo stesso modo, e in tutte nessuno di noi si distingue né come barbaro né come greco: respiriamo nell'aria tutti con la bocca e con le narici... e ridiamo con la gioia nell'animo o piangiamo nel dolore; e accogliamo i suoni con l'udito e con la vista vediamo nella luce, e lavoriamo con le mani e camminiamo con i piedi....».
1 Gennaio 1988
La memoria n. 180
64 pagine
EAN 9788838904950
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L'incertezza circonda l'identità di Antifonte. Con questo nome gli antichi conoscono un sofista, un oratore e un poeta tragico e li distinguono, soprattutto l'oratore dal sofista; non mancano però fonti che ne parlano come se vi fosse un solo Antifonte. Ancor oggi non è chiaro se il sofista e l'oratore siano la stessa persona, per quanto tra i due la distanza si sia attenuata. L'oratore, Antifonte di Ramnunte, noto per i discorsi giudiziari, è ricordato dallo storico Tucidide come «mente» del colpo di stato oligarchico del 411 ad Atene, e come l'autore del discorso più bello che avesse mai sentito. Ad Antifonte sofista sono attribuiti gli scritti sulla Verità, la Concordia e il Politico. Sono qui tradotti l'ultimo frammento della Verità secondo Diels-Kranz (VS 87 B 44) e quasi tutti i frammenti riferiti alla Concordia (VS 87 B 48-65): edizione H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker, Berlin 1952.
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