Una riflessione di interesse etnologico sull'abbigliamento. Il vestito è un elemento della cultura la cui più autentica funzione è quella di carta di identità di colui che lo indossa.
Lo scopo di questo testo non è di narrare una storia dell'abbigliamento e delle acconciature tra i popoli di interesse etnologico e neppure di presentare una panoramica degli stili e delle fogge del vestito quali appaiono dalla ricca documentazione offerta dalla osservazione sul terreno, fin dai più antichi contatti tra l'Occidente e il Terzo Mondo. Infatti, il vestito è innanzitutto un elemento della cultura, la cui visibilità lo rende immediatamente percepibile, anche al più distratto degli osservatori: e che, forse proprio per la sua immediata visibilità, è stato quasi sempre frainteso in quella che è la sua più autentica funzione, di carta d'identità di colui che lo indossa, di messaggio sociale che determina comportamenti e atteggiamenti, di condizioni liminari o di impurità, di solennità rituali, di particolari attività o specializzazioni.
1 Gennaio 1999
Nuovo prisma n. 17
184 pagine
EAN 9788838915185
Ernesta cerulli è nata a Teramo nel 1927. È stata docente di Etnologia presso la Facoltà di lettere dell'Università di Genova, con incarichi temporanei anche dell'insegnamento di Civiltà Indigene dell'America e di Geografia ed Etnografia dell'Africa; è stata inoltre titolare della cattedra di Etnologia Religiosa. Le sue pubblicazioni superano il centinaio, senza contare le numerose «voci» enciclopediche (Treccani, Enciclopedia Universale dell'Arte, Dizionario Enciclopedico UTET). È stata anche Ispettore presso il Museo Preistorico-Etnografico Pigorini di Roma (1964-68), ha curato l'ordinamento di vari musei etnologici, nonché di alcune importanti mostre internazionali.
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