«Avete mai letto i romanzi di Anthony Trollope? Sono proprio il genere che preferisco, così realistici, come se un gigante avesse tagliato un grosso pezzo di globo terrestre e l’avesse messo in una teca di vetro» (Nathaniel Hawthorne).
Oltre ad essere il più lungo, La vita oggi è anche il più grande dei romanzi di Anthony Trollope, l’opera in cui meglio risalta il suo genio letterario. Genio vittoriano, che si affianca a quello di Dickens e di Thackeray, e che a detta di Henry James poggiava sulla «sua totale comprensione dell’usuale». Infatti, in Trollope sembra celebrarsi un vero e proprio fastoso trionfo del «narratore onnisciente», vale a dire del modo di raccontare in cui il lettore è invitato a spolverare i più nascosti angoli delle situazioni, delle vicende e degli stati d’animo. Un procedere maestoso e necessario come un grande fiume, caro ai lettori convinti, come l’autore, che l’obiettivo dello scrivere sia mostrare la varietà della natura umana in tutta la sua ampiezza e profondità, alla ricerca di ciò che è eternamente umano. La vita oggi è un’ambiziosa satira sociale e fu ispirato da una serie di scandali finanziari degli anni Settanta dell’Ottocento. Decine di personaggi attorniano il protagonista principale: un finanziere, August Melmotte, dall’oscuro passato, che impianta a Londra famiglia, affari e vita sociale, e si imbarca in un colossale investimento, che attrae e travolge, segnando innanzitutto la sua propria ascesa e caduta, capitali, talenti, fortune ed entusiasmi provenienti da ogni parte dell’aristocrazia del danaro e dei titoli. E ciascuno di questi sotto-protagonisti, assieme a familiari e affiliati, è posto al centro, come accade nella vita vera, di una sotto-trama, come il ramo che s’impianta nel tronco maggiore e si conclude a sé. Perché il protagonista vero, che il vittoriano Trollope mette in scena, è la disonestà dei suoi tempi, di perturbante attualità nel confronto spontaneo con i nostri. Disonestà politica, morale, intellettuale, perfino giornalistica, oltre che economica. Un quadro desolante di generale corruzione in cui il meno disprezzabile umanamente risulta essere, con impietosa ironia, forse proprio l’artefice dell’imbroglio.
1 Gennaio 2010
La memoria n. 837
604, 604 pagine
EAN 9788838925139
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4
Anthony Trollope (1815-1882), autore di quarantasette romanzi, dei grandi della letteratura inglese dell'Ottocento è il meno conosciuto in Italia, nonostante lo straordinario successo tra i lettori di lingua inglese e la fortuna più recente tra i critici. Questa casa editrice di Trollope ha pubblicato: Orley Farm (1999, 2013), Lady Anna (2003, 2011), Un'autobiografia (2008), La vita oggi (2010), Natale a Thompson Hall (2019); tutti i romanzi del «ciclo del Barsetshire»: L'amministratore (2003), Le torri di Barchester (2004), Il Dottor Thorne (2005), La Canonica di Framley (2001, 2006), La Casetta ad Allington (2007) e Le ultime cronache del Barset (2009); e del ciclo Palliser: Il Primo Ministro (2014), Potete perdonarla? (2017), Phineas Finn (2018), I diamanti Eustace (2020) Il ritorno di Phineas Finn (2022), Il figli del duca (2024).
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