Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo. Il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto e a ogni ritorno constaterà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti.
«"Esistono esperienze, scrive Elias Canetti ne La lingua salvata, che traggono la loro forza dalla situazione di unicità e isolamento in cui vengono a compiersi". Questa esperienza io la feci a Niederhausen. Non era città, non era campagna, non era in una bella valle operosa: era l'ultimo fanalino del mondo». Stabilitasi in Germania alla fine degli anni Cinquanta, per seguire il marito, dirigente d'azienda, Marisa Fenoglio non conosce la disperazione degli emigranti del Sud, spinti dalla necessità del vivere a trovare lavoro al di là delle Alpi. La sua - così la definisce in Vivere altrove - è una emigrazione «privilegiata, facile». Ma non meno lacerante in questo racconto tra autobiografia e romanzo è il senso di sradicamento e la ricerca, mai appagata, dell'appartenenza. «Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo. Il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L'emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia e a ogni ritorno constaterà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti».
1 Gennaio 1997
La memoria n. 403
208 pagine
EAN 9788838913976
Non disponibile
Marisa Fenoglio (Alba, 1933-Marburg 2021) sorella del romanziere Beppe Fenoglio - si trasferì appena sposata in Germania dove visse fino alla sua scomparsa. Di lei questa casa editrice ha pubblicato Casa Fenoglio (1995), con il quale ha vinto il Premio Rapallo, Vivere altrove (1997) e Mai senza una donna (2002).
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