A metà tra il saggio critico e la divagazione sul poliziesco, Chesterton raccoglie in questo libro una serie di scritti su come si lavora nell'officina del mistero.
Chesterton apre questa raccolta di scritti, a metà tra il saggio critico e la divagazione sul poliziesco, con una doppia ironia: che nel giallo «la tecnica è tutto» e che lui stesso «ha scritto alcuni dei peggiori gialli del mondo». Se fosse vero non esisterebbe Padre Brown, le cui avventure sono tutt'altro che l'applicazione di una mera tecnica, e ancor meno tra i peggiori gialli del mondo. Si tratta infatti di due paradossi presi a pretesto per entrare, nel modo leggero e denso di umorismo che gli era proprio, in una polemica contro i detrattori del genere, coloro che consideravano inesistente «il giallo di qualità come un diavolo buono», ed erano probabilmente allora la maggior parte della opinione pubblica colta. Un'impresa alla quale Chesterton si accinge spiegando come si scrive un giallo, come si lavora nella officina del mistero e della sorpresa, e intrattenendosi su alcuni dei migliori artefatti. Ma in realtà parlando di come un giallo si debba leggere, come scoprirne la qualità, come cedere al suo incanto razionale senza cadere nel vizio della serialità. «Il giallo è un gioco che il lettore gioca con l'autore» e «differisce da ogni altro racconto in questo: che il lettore è contento solo se si sente scemo». Ragion per cui si può essere buoni lettori di gialli solo se non si è scemi.
1 Gennaio 2002
La memoria n. 547
124 pagine
EAN 9788838917998
Gilbert Keith Chesterton (Londra 1874-1936) oltre che autore della serie dei polizieschi di Padre Brown (L’innocenza di Padre Brown, La saggezza di Padre Brown, tra i più famosi) fu giornalista e critico molto popolare, autore di saggi anticonformistici e polemici caratterizzati da una paradossale ironia diretta contro i luoghi comuni prevalenti. Alcuni di questi saggi sono raccolti in Il bello del brutto pubblicato da questa casa editrice nel 1985.
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