Con formidabile stile, Manzini compone un affresco di personaggi indimenticabili che parla ancora una volta dell’amore di Rocco per Marina e di ciò che gli sopravvive, del valore dei ricordi e della capacità di ascoltarsi ma anche di molto altro. Manzini sa mostrare il lato oscuro della vita e insieme quello luminoso dell’amore. Certo, le cicatrici di Rocco sono quasi più della sua carne in questo romanzo, forse il più umano tra i racconti di Manzini, che allarga i confini della narrativa poliziesca tracciando un affresco imperfetto ma vero della natura umana. Superbo il finale dove l’autore produce un elogio malinconico di una vita ridotta a vano sogno. L’effetto di realtà che queste tracce sollecitano non sarebbe così struggente se non lo correggesse l’idea che tutto è assurdo e irreale. È il il ricordo di un tempo felice non sarebbe così acuto se a comporlo non fosse un uomo che non crede più a niente La verità non si può nemmeno inventare: forse è tutto ciò che sappiamo.
Questo libro segna una piccola evoluzione del personaggio del vicequestore Rocco Schiavone, che rimane preda dei suoi ricordi e rimorsi ma mostra un lato umano più evidente, che si manifesta nei rapporti con il suo improbabile amico Gabriele, che ormai vive a casa sua con la madre Cecilia e il cane Lupa che acquista sempre maggior spazio nel racconto, diventando ormai uno dei personaggi irrinunciabili. Manzini è bravo a non dimenticare nessuno dei protagonisti dei libri precedenti, a tutti viene data una piccola parte nei nuovi volumi. Passano gli anni e il fascino di Rocco rimane intatto, le donne continuano a cercarlo, nonostante il suo modo di essere sfuggente, disordinato, a volte brutale, ma sempre sincero e mai ipocrita. Rien ne va plus è un giallo con una trama più articolata rispetto ai libri precedenti, dove c’è spazio per altri protagonisti, per altre storie parallele che non vedono Rocco come protagonista. I libri di Antonio Manzini sul vicequestore Rocco Schiavone sono ormai diventati degli appuntamenti classici per gli appassionati del genere. Leggerli vuol dire respirare un’aria familiare, ci si sente a proprio agio nei freddi inverni aostani, si sta comodi nel loden di Rocco, si cammina bene con le solite Clark’s, anche se inadatte alla neve. Una lettura confortevole, qualche ora di puro rilassamento.
Grazie per aver creato questo perso aglio così umano e bastardo dolce e duro insieme ho finito il libro in tre giorni arrivando alla fine con la paura di aver perso un amico. Grazie saluti Elisa
2019
La memoria n. 1122
320 pagine
EAN 9788838938924
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4