Roberto Sirchia muore durante una operazione di asportazione di un rene all’ospedale di Aosta. Una improvvisa emorragia ha reso necessaria una trasfusione ma la sacca è sbagliata, contiene sangue incompatibile con quello del paziente che muore in sala operatoria. La famiglia Sirchia accusa subito l’ospedale di malasanità. In quei giorni il caso ha voluto che nello stesso ospedale fosse ricoverato il vicequestore Rocco Schiavone per subire una operazione identica a quella di Roberto Sirchia, ossia l’asportazione di un rene. Schiavone è stato colpito durante un conflitto a fuoco da un proiettile che gli ha colpito un rene. Rocco è impressionato dal fatto che una persona possa essere morta per un errore incorso per una operazione identica alla sua, quindi parla con Filippo Neri, il chirurgo che ha operato Roberto Sirchia, indaga, fa domande e dalle risposte del chirurgo si convince che la morte non è stata provocata da un errore ma da un gesto volontario. Rocco pur convalescente e ricoverato in ospedale, inizia le indagini per omicidio, mostrando la consueta irascibilità ed iperattività. Schiavone ha ormai quasi cinquant’anni, le sue inquietudini si vanno placando, il suo passato è sempre meno presente nella sua mente ed è sempre meno ingombrante. I cattivi pensieri lasciano spazio a momenti di inedita serenità anche grazie alla relazione sentimentale con Sandra Buccellato. Antonio Manzini racconta le vicende di Schiavone e soci con il consueto umorismo e disincanto, con il vicequestore che resta un personaggio scomodo, che vive senza rispettare regole e divieti, con il suo carattere burbero e intrattabile, ma capace di gesti di generosità e di umanità non comuni.
9 Gennaio 2020
La memoria n. 1155
352 pagine
EAN 9788838940217
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4