Bujar, protagonista de “Le transizioni” è decisamente un personaggio pirandelliano: adolescente a Tirana negli anni Novanta, fatica a maturare il senso di appartenenza alla comunità locale che il padre kosovaro, attraverso enfatici racconti leggendari, vorrebbe instillargli. A questa riluttanza di matrice culturale si somma il vagheggiamento di una vita benestante da condividere con il migliore amico Agim e da costruire in un altrove la cui sola coordinata di riferimento è la lontananza dall’Albania. Questo romanzo è dunque la storia di un viaggio fisico e allegorico alla scoperta del proprio posto nel mondo che implica necessariamente anche un’esplorazione della propria identità, costante solo nel suo continuo divenire. Come Mattia Pascal, Bujar, annuncia più volte la propria morte, cui seguono altrettanti tentativi di rinascita fallimentari. In ogni città che illusoriamente considera come definitiva, cerca di plasmare il proprio stile di vita su quello delle persone in cui si imbatte. A differenza dei personaggi pirandelliani, però, non c’è spazio per il comico; le personalità che il protagonista recita sono come degli abiti cuciti con punti grossolani: un bottone salta e Bujar diventa, ripetutamente, la tragica e annaspante caricatura di sé stesso.
E’ raro che uno scrittore eterosessuale e cisgender riesca a rendere in modo molto veritiero e umanizzante l’esperienza che vivono la gran parte delle persone transgender, eppure Pajtim Statovci, scrittore finlandese di origini kosovare, è riuscito magnificamente in questa impresa, impressionando pure me, che sono spesso scettico e prevenuto quando si parla di scrittori cisgender. Il romanzo inizia nell’Albania degli anni 90: delle rivolte, della guerra, della povertà e della corruzione politica, di quel periodo storico così vicino a noi eppure così trascurato, tanto da essere ignorato da tantissime persone che oggi hanno 20 anni, nate proprio negli anni in cui accadevano le guerre jugoslave. Il protagonista del libro cambia spesso identità perché è quello che succede quando dal tuo paese ci devi scappare per salvarti la vita, ma quello che colpisce ancora di più è la sua oscillante identità di genere, che non lo rappresenta come personaggio lgbtq e basta, ma come un vero e proprio futuro roseo. Una persona che ha il mero bisogno di cambiare, e una persona che ha necessità di cambiare sempre, perché se si scappa dal proprio paese per necessità sembra sempre che tu non sia benvenuto da nessuna parte. Devi cambiare per farti piacere a chi di dovere. E' stato molto interessante leggere un uomo che non solo cambia lingua, cambia storia, ma cambia anche il proprio genere, perché questa è la grande verità che ogni persona trans ha con sé: devi scegliere come farti percepire, puoi scegliere come farti percepire. Certo, forse per alcuni tratti il libro può apparire velatamente transfobico, come nelle scene di violenza in Germania, ma attenzione: questo non è un libro su una persona trans. E’ un libro su un’esperienza di vita che un enorme numero di persone hanno vissuto.
2020
Il contesto n. 108
272 pagine
EAN 9788838939792
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4