Riccardino è l’ultimo libro di Camilleri e non poteva non dedicarlo al suo personaggio più amato ossia il Commissario Salvo Montalbano. Quale Montalbano? Il protagonista dei libri o il suo alter ego della televisione? Tutti e due. In questo libro Saro Montalbano deve fare i conti con il suo antagonista televisivo. E l’autore si prende il suo spazio, cercando di dire la sua nelle indagini di Montalbano. E se Camilleri si mette a fare l’investigatore, allora il commissario Montalbano si mette a fare il lavoro di Camilleri e decide da sé come porre fine al personaggio. Un libro i cui contenuti del giallo ricalcano le tante precedenti avventure, le solite ambientazioni, i soliti Catarella e Fazio al fianco del loro adorato Commissario. I soliti screzi con i superiori, il suo modo di fare integerrimo che non fa sconti a nessuno, quel brutto carattere che gli ha impedito di fare carriera ma che gli è valso molte onorificenze umane. Si sente la mancanza di Mimì, in ferie, stupisce la scarsa presenza della fidanzata Livia, presente solo in qualche telefonata. Di questo libro tutti sanno che è stato scritto molto tempo fa, che è stato corretto negli ultimi mesi di attività di Camilleri. Un lavoro che è difficile giudicare. Vengono in mente i tanti momenti di lettura entusiasmanti, la serie televisiva che ha meritatamente conquistato un vasto consenso, grazie ad interpreti straordinari e ad ambientazioni altrettanto straordinarie. Pensare che non ci sarà nessun nuovo romanzo con Montalbano è una cosa triste ma dobbiamo accettare il corso della vita. Quindi niente tristezza e pensiamo con la massima gratitudine a Camilleri ed a tutte le belle cose che ci ha regalato.
La commozione mi prende nel momento di scrivere su di Lui ma non riesco ad evitare di confessare ancora una volta la mia assoluta devozione che ebbi modo di manifrstarglk personalmente alcuni anni fa. In questa ultimo romanzo ho apprezzato molto tra l'altro i riferimenti Pirandello ani questa volta più espliciti. Grazie Maestro
Che dire, da appassionato lettore di Camilleri , oggi purtroppo ne ho terminato la lettura; non dopo averla rimandata proprio per gustarla il più possibile ! Le situazioni, le scene che Camilleri scrive , come al solito ti rendono presente sulla scena ed oltretutto ti fanno morire dal ridere (da siciliano conoscendo la lingua). La storia come sempre coinvolgente,si svolge in una Sicilia forse un po'non più realistica, dove i fatti vengono riferiti da sentiti e immaginati ,diventando prove .Il finale ,molto a sorpresa, lascia un retrogusto amaro sicuro che nessun altro autore saprà coinvolgermi con la fantasia come ha saputo fare Camilleri. Addio Montalbano !!!
Ce ne vuole a vestire una persona di parole soltanto per averla conosciuta attraverso i libri che ha scritto in un dialetto mezzo di Sicilia e mezzo d’invenzione. Anche se i suoi romanzi sono capaci di riempirmi casa della luce assolata che si attarda tra le pietre chiare delle vie di Vigata. Dire un pensiero intramontabile sul Maestro Camilleri, un pensiero fermo come uno scoglio sotto le onde salate del mare, è un’impresa non da poco: acchianai assai ma nenti o tanticchia di pensata sputazzai. Quando leggo un suo libro, è la storia che si fa viva e mi piglia con sé, e lo fa senza guardarmi con sospetto. È facile seguirla ovunque, mi basta sentire la sua voce calda e roca soffiare nella mia testa, come un vento che sale dal Mediterraneo. È accusì che leggere un libro di Camilleri diventa un fatto inevitabile.
16 Luglio 2020
La memoria n. 1170
292 pagine
EAN 978 88389 40750
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4