Vite sospese, ai margini, di serie b e per questo sacrificabili. Molta politica e pubblicistica fanno proclami di attenzione verso gli ultimi e le minoranze, ma pochi li sanno trattare con grazia e intensità come ha fatto Eliane Brum nel suo Le vite che nessuno vede, edito da Sellerio e tradotto da Vincenzo Barca. Partendo dalle rubriche giornalistiche in cui scriveva di “persone comuni”, la reporter brasiliana, già collaboratrice di El País, The Guardian e Internazionale, ha fatto un passo avanti rispetto al già nobile reportage narrativo e ha dato a tutti i suoi “ultimi” un potere letterario che, terminata la lettura, resta incollato addosso come resina. Il Brasile, anzi i Brasili protagonisti delle vicende vengono raccontati e ingabbiati nelle loro miserie e contraddizioni: favelas e megalopoli, industria e foresta amazzonica sono condensati in un quadro in cui bisogna “resistere all’accomodamento dello sguardo per trovare la singolarità della vita di ciascuno”. Vediamo, con il loro immenso portato di umanità e di storia, le madri delle favelas che continuano a farsi carico dei figli entrati nel narcotraffico e le sapienti levatrici che accolgono i nuovi nati nel modo più naturale possibile, e con loro donne che incontrano la luce solo quando la sfortuna ha compiuto il suo giro completo. Tra le viscere della terra non si presentano solo madri e mogli — spesso più coriacee e consapevoli — ma anche uomini che lottano per sbarcare il lunario cercando l’oro o sognando la frontiera, illusi (o forse speranzosi) che dal pantano più profondo possano sgorgare stille di luminosità e bellezza. Eliane Brum si rivela sensibile e intrepida nel narrare i meandri inesplorati della realtà, servendosi di una voce e uno sguardo mai retorici ma lucidi nel presentare la fatica di vivere.
27 Agosto 2020
Il contesto n. 112
252 pagine
EAN 9788838940965
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4