Quando un viaggiatore, colto e raffinato, munito di buon senso e curiosità, si invaghisce improvvisamente della tua terra, e la ama con smodato accanimento, ti senti un po' spodestato, quasi infastidito dal suo entusiasmo. Soprattutto se ti capita di immaginare la Sicilia dal suo lontano osservatorio, piena del sole e del paesaggio o dei resti archeologici, che colmano i vuoti dell'umanità, della società, della politica. Ma Brandi ha il tocco delicato del conoscitore quando parla di Noto, o di Mozia, o di Pantelleria, non dimentica la forza della polemica nel rimarcare i disastri edilizi, ma senza il rancore, la vergogna dell'indigeno. Occhi diversi con cui guardare il proprio mondo, dunque, non solo quelli di un insigne storico dell'arte, quale Brandi è, ma lo sguardo emozionato, commosso di un uomo ammaliato dalla pura bellezza dell'isola.
1 Gennaio 1989
Quaderni della Biblioteca siciliana di storia e letteratura n. 42
162 pagine
EAN 9788838905223
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