Otto nuove storie vigàtesi ambientate tra il 1893 e il 1950: otto sceneggiate in salsa camilleriana Tra il faceto, motti di spirito, facezie, il ridicolo e il drammatico si consumano beffe, amori clandestini e adulterini, un che di beffardo e di compiacimento accompagna le 8 storie come se dietro ad esse l’autore si divertisse a giocare sui destini umani scompigliando disegni e architettoniche geometrie. Ogni racconto racchiude un microcosmo di caratteri e agire umani, si concatenano destini e arbìtri personali, si armonizzano, in apparente difformità di temi, le atmosfere del circolo, dei suoi frequentatori, del popolino povero e spesso asservito ai padroni e i padroni asserviti alle loro beghe meschine e ai contrasti di casta. A libro concluso il clangore delle sciarratine, dei colpi di scena e della baraonda umana percuote il sistema uditivo del lettore, come quando si esce dal teatro e le risate e il piacere della serata ci fanno allegri e soddisfatti, insomma ci si è divertiti: e questo non è poco.
16 Marzo 2012
App n. 1