Quando gli studi sul quoziente intellettivo degli studenti erano ancora agli albori, Stanislaw Lem risultò il bambino più intelligente della Polonia meridionale. Lem era nato inguaribilmente curioso e lo fu per tutta la vita. Studiò matematica, scienze naturali, letteratura e filosofia, discipline che gli serviranno quando vorrà inserire le situazioni narrative da lui inventate nel vasto contesto delle discipline scientifiche e umanistiche. Infatti Lem non è lo scrittore (e pensatore) che si accontenta della citazione colta o del riferimento storico, bensì un intellettuale che sa assorbire nella rete narrativa una complessa filosofia. Così anche in "Solaris", melanconico e asciutto capolavoro in cui l'oceano pensante di un pianeta risveglia i rimorsi dei terrestri che tentano vanamente di capirlo fino in fondo. Maestro nella "sospensione dell'incredulità", Lem alterna a pagine dal carattere più fortemente fabulistico digressioni parascientifiche di alto livello, creando una grande pagina di borgesiana verosimiglianza che si colloca ai vertici della science fiction e tra le cose più belle della letteratura novecentesca.
“Solaris” di Stanislaw Lem: 1961 anno di pubblicazione. 2013 anno di lettura del testo integrale (grazie Sellerio). Un pianeta misterioso, Solaris. Una stazione orbitante. Uno psicologo inviato dalla terra con l’astronave Prometeo, e questo è già un primo indizio, per analizzare e capire cosa sta succedendo ai margini dell’universo. Uno psicologo. Lem ci ha già detto tutto. Anni di studi, spedizioni, morti, una scienza addirittura, la solaristica, che si è sviluppata per studiare questo pianeta che, alla fine non si riesce a comprendere. Un oceano neutrinico in cui si sviluppano strane, mostruose, gigantesche formazioni che subito implodono, creature, supercopie, che materializzano i desideri inconfessati dei visitatori. Ma ciò che permea la narrazione è il rapporto impossibile tra il protagonista e la supercopia della moglie morta suicida. Un rapporto straziante in cui la consapevolezza dell’impossibilità di ciò che sembra possibile porta ad un finale che definire meraviglioso è di certo riduttivo. Un viaggio nello spazio che diventa entità metafisica, il non luogo del nostro pensiero, della nostra mente senza limiti, per trovare infine la certezza dell’incapacità e dell’impossibilità di conoscerci (per fortuna). E la forza suprema che è credere nell’illogicità dei nostri comportamenti, che ci permette comunque di vivere e guardare verso altri orizzonti. Una fantascienza, insomma, che non è fantascienza … o no?
2013
La memoria n. 915
328 pagine
EAN 9788838929106
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4