Stupisce quanto accaduto nel lontano 1954 a Salvatore Gallo e a suo figlio Sebastiano, imputati di avere assassinato Paolo Gallo, rispettivamente fratello e zio, e di averne occultato il cadavere. Vero é che era notorio un permanente stato di litigiosità e pure vero é che spesso Paolo veniva aggredito e malmenato da Salvatore, ma da lì a imbastire un processo senza uno straccio di prova, sulla base solo dei precedenti pessimi rapporti, è senz'altro azzardato, anche perché per poter parlare di omicidio necessitava la presenza di un cadavere, che appunto non c'era. E che l'abbaglio venisse dalla Pubblica Accusa ci può anche stare, ma che poi si riconfermasse nei tre gradi di giudizio è del tutto inconcepibile. Fu solo grazie alla tenacia di un avvocato e di un giornalista se finalmente, anche se in notevole riardo, fu fatta giustizia, con la liberazione dal carcere di Ventotene, dove scontava l'ergastolo, di un Salvatore Gallo ormai ridotto a un relitto umano. Il merito di Paolo Di Stefano è stato di riproporci questo fatto, fedele alle carte processuali, ma anche con la capacità di trasmettere al lettore il pathos di una vicenda che si snoda in una Sicilia arcaica, fra povera gente, ricca solo di miseria, e per lo più anche ignorante. Giallo d'Avola è un legal thriller in cui si rievoca e si fa tornare in vita un'epoca che molti non conoscono o hanno dimenticato, in un'Italia che allora cominciava a beneficiare del boom economico, che tuttavia appariva così lontano dai terreni aridi e sassosi in cui contadini analfabeti si rompevano la schiena solo per sopravvivere, un mondo statico e spesso feroce, teatro di delitti anche familiari e in cui è potuto perfino accadere il dramma psicologico del "morto-vivo" di Avola.
Una storia incredibilmente vera e veramente incredibile, dove le figure di Caino e Abele si intrecciano, si capovolgono, si rotolano in un'incessante capriola tragica. Alla fine non ci sono vincitori e vinti. Resta solo l'Uomo, divorato dalle proprie debolezze, dal destino e da una (in)giustizia fatta da uomini. La Sicilia non poteva che essere il palcoscenico di una tale tragedia Greca, con la sua luce spietata che non riesce a scoprire le ombre, con la sua durezza e la sua umanità. Di Stefano non si smentisce e ancora una volta si dimostra un grande narratore e giornalista. Leggetelo.
11 Aprile 2013
La memoria n. 921
340 pagine
EAN 9788838930171
Formato e-book: epub
Protezione e-book: acs4