Il nipote del Negus

Il nipote del Negus

Commenti dei lettori

  • 12/08/2010 - 18:58 Renzo Montagnoli

    Oggi come ieri

    ?Montelusa ? Albergo Trinacria 20/12/1929 0re 14 - Oddiodiodiodiodiodiodiodiodiodiodiodiodio? Montelusa ? Albergo Trinacria 20/12/1929 Ore 17 - Cosìcosìcosìcosìcosìcosìcosìcosìcosìcosì... Montelusa ? Albergo Trinacria 20/12/1929 Ore 19 - Ancoraancoraancoraancoraancoraancora...? Sono frasi che non necessitano di ulteriori spiegazioni, quasi tipiche della miglior commedia all?italiana, ma Il nipote del Negus, di Andrea Camilleri, se può avere la parvenza di una commedia fra l?umoristico e il boccaccesco è invece una satira spietata attraverso la messa in scena di una commedia sugli italiani. E quando s?apre il sipario sul palcoscenico si stenta a notare la differenza fra attori e pubblico, i primi impegnati al massimo della loro capacità a tratteggiare un regime dietro la cui parvenza di grandezza i piccoli e i grandi protagonisti si muovono come marionette fra ipocrisie, timori e apparente fierezza, mentre gli altri, il pubblico in sala, sorride, ride, anche fragorosamente, non accorgendosi di trovarsi dinnanzi a uno specchio. Il periodo fascista descritto da Camilleri è quello di un?Italia dai roboanti proclami a cui si finge di credere affinché nulla possa turbare i propri traffici privati, spesso illeciti, nella totale assenza di senso per lo stato. La storia è ambientata nel 1929, ma per come agiscono i personaggi, per come insomma gira la carrozza del paese, si ha l?impressione di un qualche cosa di già visto e che, purtroppo, è sotto ai nostri occhi tutti i giorni, una lenta assuefazione tale da non accorgerci di questa perenne recita a soggetti, tutto uno sbandierare di apparenze, di deformazione della verità, una sorta di sogno infantile il cui risveglio potrebbe tramutarsi in incubo. Fra l?altro Camilleri per raccontare si è rifatto all?esperienza de ?La concessione del telefono? e così è tutto un fiorire di carteggi fra commissari di Pubblica Sicurezza, Questori, Federali, Podestà, ministeri degli Interni e degli Esteri, intercalati da prime pagine di giornali che più di tutti rivelano un totale asservimento a un regime in cui la notizia non è il fatto come accaduto, ma come, secondo la illogicità di un sistema, viene offerto, anzi imposto, agli occhi di un lettore che ormai non può più discernere fra vero e falso. Non mancano anche siparietti colloquiali, inseriti nel momento giusto e tesi soprattutto a dimostrare che fra l?ufficialità dei comportamenti e la relativa sicurezza del privato tutto era completamente diverso, come se ciascuno potesse contare su una doppia, e distorta, personalità. L?autore siciliano parte così da un evento vero, e cioè il fatto che negli anni 1929 ? 1932 si trovava a Caltanissetta il principe Brhané Sillassiè, nipote del Negus Ailé Sellassié, come studente della Regia Scuola Mineraria, da cui uscì diplomato. Di lui si sa che era bello, focoso, gran spendaccione e questa è la realtà, tanto che opportunamente il buon Camilleri ci precisa alla fine che tutto il resto è solo frutto di fantasia. Senza descrivere la trama, per non dispiacere al lettore, dico solo che questo etiopico, dalla pelle nera, si rivelerà pagina dopo pagina non lo sprovveduto e quasi selvaggio di cui Mussolini intende avvalersi, ma un attore astuto e consumato tanto da prendersi gioco del regime. Allora un nero in Italia era una rarità, ora non lo è più, ma in un contesto socio-comportamentale assai analogo non oso pensare quello che un altro nipote del Negus, o di un capo tribù del Ciad, o addirittura anche un ex morto di fame del Biafra potrebbe combinare. Perché se c?è un posto in cui tutto può accadere e anche accade è proprio l?Italia, ove grazie a personali ragion di stato, a furberie da asilo infantile e a soporiferi intrattenimenti dei media, tutto procede in una irreale realtà in cui anche ?un alieno? di pelle scura potrebbe dimostrare che la logica vince sempre, soprattutto quando opera in un terreno in cui è assente. Ho riso, più volte, ma è un riso amaro che si allarga nello specchio in cui mi rifletto. Semplicemente un libro imperdibile.

  • 24/05/2010 - 16:55 Arcangela Cammalleri

    Il nipote del Negus di Andrea Camilleri

    IL NIPOTE DEL NEGUS di ANDREA CAMILLERI Ed. SELLERIO Quest?ultimo libro di Camilleri di genere storico, come espresso dall?autore, ha la stessa struttura narrativa de ?La concessione del telefono?- documentazioni d?archivio o missive che sembrano dispacci perentori s?intersecano a frammenti dialogici-narrativi in un rimando continuo di stampo tipico camilleriano. Secondo notizie veritiere, si narra di un nipote del Negus etiopico Haileè Sellassiè che negli anni 1929-1930, frequentò a Caltanissetta la Regia Scuola Mineraria presso la quale si diplomò perito minerario nel 1932. Qui finisce ?la verità? e da qui inizia la fantasia! Sì, lo sfondo storico fa da fondale alla rappresentazione teatrale della vicenda, ma i cerchi concentrici che attorniano i fatti, i personaggi, sono frutto esclusivo dell?inventiva dello scrittore: la retorica tronfia dell?epoca investe come vento impetuoso e trascina sentimenti e azioni in una sorta d?irriverente pantomima di memoria goliardica. Tra le righe entriamo da spettatori in una sorta di film in 3D, ci sembra di rivivere, certo in toni farseschi e burleschi, situazioni quasi reali ed attuali e non già fantasmi del passato ormai desueti. Come non ridere con un retrogusto amaro agli ossequi inverecondi verso i superiori, ai titoli onorifici così ridondanti ed enfatici, alla supponente grandeur di una nazione piccina piccina. Con sarcastica vis Camilleri ci presenta una verità storica in modo talmente burlesco da risultare falsa e una falsità storica così pronunciata da risultare vera. E? il gioco degli inganni di chi si crede furbo e s?inganna e a sua volta viene ingannato. Una farsa che ha le movenze di un minuetto e il tono scanzonato e irriverente di uno sberleffo. L?intreccio ricorda una novella boccaccesca, tra intrighi ed intrecci amorosi, tra ragion di stato e convenienze personali, tra vizi confusi con desideri in un carosello umano più farsesco che reale. Camilleri ci diverte e ci delizia, ma forse avremmo voluto ridere meno su noi stessi, su quello che siamo stati e siamo, perché c?è poco da ridere quando i sogni dei più vengono meno e non albergano speranze di reali cambiamenti positivi per tutti. Recensione di Arcangela Cammalleri, 7 aprile 2 L?autore. Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle nel 1925. Ha esordito come romanziere nel 1978 con ?Il corso delle cose?. Della sua ricchissima produzione letteraria tutti i romanzi con protagonista il commissario Montalbano sono pubblicati dalla casa editrice Sellerio e altri, tra questi ricordiamo: ?La forma dell?acqua?, ?Il cane di terracotta?, ?Il ladro di merendine?, ?La voce del violino?, ?La stagione della caccia?, ?Il birraio di Preston?, ?La concessione del telefono?, ?La gita a Tindari?, ?Maruzza Musumeci?, ?Il casellante?, ?Il campo del vasaio?, ?L?età del dubbio?, ?Un sabato, con gli amici? ?Il sonaglio? ?Il cielo rubato?etc? Arcangela Cammalleri

1 Gennaio 2010

La memoria n. 810

288 pagine

EAN 9788838924538

Formato e-book: epub

Protezione e-book: acs4

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