Non abbandono nel senso di essere abbandonati, ma nel senso di abbandonarsi al fluire degli eventi. Un rilassamento non solo fisico ma soprattutto mentale. Come affidarsi a un qualcosa di estraneo ed elevato. Bene, c’è un brano di Alan Parson che può aiutare: «Eye in the Sky». La versione suggerita non è però quella eseguita da The Alan Parson’s Project ma da Noah. È di una bellezza struggente, quasi estatica. Mi basta metterla in loop nelle cuffie per scivolare in una sorta di trance.
Guglielmo Niccolini