Per ricordarti, nella galassia in cui ora stai raccogliendo nuovi e definitivi saperi, come mi sono avvicinata a te, non sceglierei la matematica compiuta, il bassorilievo saporoso di Vivaldi, che pure hanno fatto da sfondo ai nostri incontri e ai nostri viaggi. Piuttosto ti farei ascoltare queste voci limpide che cantano versi facili e prevedibili. Ricostruirò così, in questa tua assenza ancora inspiegabile, i tre aspetti della nostra unione. Mi dirai, in qualche modo, se condividi la mia interpretazione. Il primo: avvicinarsi per non affrontare da soli le tempeste: "If you need a friend… " Le voci sono leggere, gli strumenti le rendono solenni, c'è una forma di sacralità nella promessa della vicinanza. Il secondo: la fascinazione della seduzione. C'è il ritmo del piacere che ha accompagnato le infinite possibilità delle notti trascorse. C'è la promessa lucida e potente della fedeltà: "And you know that I'm gonna be the one/
Who'll be there when you need / Someone to depend upon". Ma affiderei a un’aspra voce maschile, tesa al limite della musicalità, il terzo aspetto: la passione calda e costante, l'osservazione ostinata dei ritagli della presenza nella certezza della sparizione.