Crescere con i librai - I problemi

Lingua straniera, dover imparare una

Quando Hitler rubò il coniglio rosa (Judith Kerr)

Che si tratti di francese, spagnolo, cinese oinuit, imparare una lingua straniera può rivelarsi una faccenda impegnativa. In effetti, la maggior parte dei bambini sono linguisti nati e, quando ci si immergono davvero, tendono a imparare una nuova lingua molto più rapidamente degli adulti che li circondano.Quando Hitler rubò il coniglio rosaè il libro ideale da far leggere ai bambini che devono affrontare un trasloco in un altro paese, per come saprà mostrargli che, se pure parlare un’altra lingua in un primo momento può essere difficile, diventare fluenti è più rapido e facile di quanto potrebbero aspettarsi.

Sappiamo che per Anna, una bambina di nove anni, la vita sta per cambiare. È il 1938 e i muri di Berlino sono tappezzati di manifesti di Hitler. Riconoscendo la crescente minaccia alla loro sicurezza il padre di Anna, un intellettuale ebreo piuttosto esplicito i cui libri contrari al nazismo vengono bruciati per strada, riesce a portare la famiglia in Francia. A Parigi, Anna e il fratello Michael si sforzano di inserirsi. Michael, fino ad allora un bambino piuttosto pigro, compie uno sforzo titanico per essere bravo come gli altri in matematica e a giocare a calcio, mentre Anna, che prima andava benissimo senza quasi sforzarsi, si ritira sempre di più in se stessa. Quanto è faticoso dover tradurre i propri pensieri dal tedesco in francese prima di comunicarli all’insegnante! Nei dettati quasi ogni parola finisce sottolineata in rosso e Anna dispera di riuscire a imparare la lingua abbastanza bene da farsi dei veri amici. Mentre i suoi quaderni si riempiono di scarabocchi, Anna conclude che deve essere una di quelle persone che, semplicemente, non sono portate per le lingue.

Un giorno però, quando ormai è a Parigi da quasi un anno, tutto cambia. Mentre va a scuola a piedi con la sua amica Colette, questa le domanda: «Che hai fatto domenica?» e lei, senza pensarci, risponde in francese senza prima tradurre la domanda in tedesco, pensare a una risposta nella stessa lingua e poi tradurla di nuovo in francese. Poi lo fa di nuovo. E ancora, per tutto il giorno. Da quel momento in poi è come se all’improvviso avesse imparato a volare e il suo pallore un po’ malaticcio lascia il posto a un rossore pieno di felicità.

Imparare un’altra lingua richiede in genere due cose: un’immersione totale ed essere convinti di potercela fare. Questa storia incoraggerà i vostri linguisti riluttanti a perseverare. Un giorno si scopriranno a parlare come la gente del posto senza nemmeno accorgersene.