Chi soffre di questo genere di amnesia riesce a stento, o per nulla, a ricordare i romanzi che ha letto. Torna a casa dalla libreria con un bel romanzo nuovo tra le mani, e dopo al massimo una ventina di pagine ecco che arriva un senso didéjà vu. Si mette a discutere di un classico che pensa di aver letto, solo per sentirsi fare una domanda alla quale non è in grado di rispondere – di solito su come va a finire.
Quello che ti serve, lettore svagato, è un diario delle tue letture. Un taccuino da portare con te in ogni momento – magari bello da vedere e gradevole al tatto. Dedica una pagina a ogni libro che leggi, e quando lo avrei finito scrivici il titolo del libro, l’autore, la data e il luogo in cui ti trovi. Potresti anche riassumere la trama in una riga, purché sia efficace: UOMO UCCIDE TITOLARE DI BANCO DI PEGNI, SEGUONO CINQUECENTO PAGINE DI SENSI DI COLPA, per esempio. Oppure potresti discutere a lungo delle motivazioni di un personaggio che hai trovato particolarmente intrigante. Inoltre potresti prendere nota di come ti ha lasciato il libro – di buon umore, depresso? Ti è sembrato di camminare su una brughiera spazzata dal vento, oppure di emigrare in Nuova Zelanda? Se le parole non ti vengono facilmente, utilizza le immagini per riassumere i tuoi sentimenti, o dai un voto da uno a dieci, o fai un elenco di parole che hai incontrato nel libro e ti sono piaciute.
Questo diario ti seguirà nel tuo viaggio di lettore. Nel corso degli anni potrai sfogliarlo e ricordarti dei momenti belli e di quelli brutti. E se un autore o un titolo ti sfuggono a metà di una conversazione, dì che devi andare in bagno e tira fuori il taccuino.