rimedio:
Contro il lavoro di Philippe Godard
La disoccupazione non porta con sé solo il disagio economico, ma induce inoltre crisi di identità che spesso nessun sostegno psicologico è in grado di sostenere. La nostra società ha interiorizzato il lavoro da non poterlo più mettere in discussione, se non rimettendo in discussione il senso stesso della vita. Questa attività umana fondamentale è ormai solo uno strumento funzionale ai meccanismi della società dei consumi e ai suoi desideri indotti, si lavora freneticamente per consumare ancora più freneticamente. Siamo irretiti nel timore di perdere un’identità basata sull’accesso a beni di consumo irrisori e fluttuanti, per non cadere nel pessismismo più improduttivo può aiutare leggere questo saggio, una critica radicale a tutto ciò che ci rende servi.
Un impegno sui grandi temi della pace, delle disuguaglianze sociali ed economiche, dei diritti dei popoli, da solo giustificherebbe qualsiasi esistenza.
"La nostra unica scelta è tra il lavoro e la liberazione. Di fronte a un input tanto drastico, molti si spaventano. Invece no, non ci si deve spaventare. (…) Possiamo inventarci un’esistenza diversa, dalla quale bandire il lavoro. Il non-agire è tutto il contrario del non-intervento. Non è un ritirarsi dal mondo, bensì una critica verso qualsiasi azione contro l’ambiente. Non è un modo di fare la rivoluzione, ma di viverla".