rimedio:
Coetzee, J. M, Aspettando i barbari
L'indifferenza si presenta come disinteresse nei confronti del mondo: si trascurano le relazioni importanti, non si ascoltano più le notizie, non si cercano persone nuove. Non c'è tuttavia assenza di sentimenti. Si prova tristezza, rassegnazione, sfiducia.
Il libro di Coetzee non sembra contrastare la nostra malattia. All'inizio sembra addirittura consolidarne i sintomi. Lo scrittore ha una voce fredda, non fornisce anticipazioni, non suscita aspettative. Racconta senza emozione una storia difficile, non ci risparmia dettagli forti. La nostra indifferenza trova uno specchio, non vediamo miglioramenti. Stiamo per chiudere il libro e accendere la televisione o guardare la posta elettronica. Ma il paesaggio senza coordinate in cui i personaggi si muovono, la cura che si prendono l'uno per l'altra, l'impossibilità della loro relazione apre pagina dopo pagina una crepa nella nostra immobilità.
L'indifferenza guarisce con la pietà a cui Coetzee ci accompagna senza battere ciglio, senza alzare la voce. Il suo libro è così, come lui. Un po' distaccatoe nello stesso tempo lacerante, piatto e in movimento.
La guarigione è assicurata.